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Correlazioni in Medicina



I pazienti con artrite reumatoide sieronegativa hanno più attività infiammatoria rispetto ai pazienti con artrite reumatoide sieropositiva trattati con farmaci antireumatici modificanti la malattia


È stata confrontata la presentazione dell'artrite reumatoide, precoce, sieropositiva e sieronegativa, nei pazienti naive ai farmaci antireumatici modificanti la malattia ( DMARD ) classificati secondo i criteri American College of Reumatology 2010 ( ACR ) / European League Against Reumatism ( EULAR ).

Tutti i pazienti avevano una durata dei sintomi dalla prima articolazione gonfia inferiore a 2 anni ed erano naive ai DMARD con indicazione per il trattamento con DMARD.

I pazienti sono stati stratificati come sieropositivi ( fattore reumatoide positivo, RF+, e/o anticorpo anti-peptide citrullinato positivo, ACPA+ ), o sieronegativi ( RF- e ACPA- ) e le caratteristiche della malattia sono state confrontate tra i gruppi.

Sono stati inclusi 234 pazienti e 36 erano sieronegativi ( 15.4% )

I punteggi all'ultrasonografia per le articolazioni ( mediana 55 vs 25, P minore di 0.001 ) e per i tendini ( mediana 3 vs 0, P minore di 0.001 ), numero di articolazioni gonfie ( mediana 17 vs 8, P minore di 0.001 ), punteggio di attività della malattia ( DAS, media 3.9 vs 3.4, P=0.03 ) e valutazione globale del medico ( media 49.1 vs 38.9, P=0.006 ) sono risultati significativamente più elevati nei pazienti sieronegativi rispetto a quelli sieropositivi.

Il punteggio totale van der Heijde-Sharp modificato, Ritchie Articular Index e le misure di esito riportate dal paziente erano simili tra i gruppi.

In conclusione, i pazienti sieronegativi avevano livelli più elevati di infiammazione, valutati sia clinicamente che con ultrasonografia, rispetto ai pazienti sieropositivi.
Queste differenze possono riflettere l'elevato numero di articolazioni coinvolte necessarie ai pazienti sieronegativi per soddisfare i criteri di classificazione ACR/EULAR 2010 per artrite reumatoide. ( Xagena2017 )

Nordberg LB et al, Ann Rheum Dis 2017; 76: 341-345

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