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Correlazioni in Medicina



Terapia con Litio nella sindrome di Kleine-Levin


Sono stati confrontati i benefici e i rischi della terapia con Litio versus astensione / altri trattamenti nella sindrome di Kleine-Levin ( KLS ).

In una coorte KLS seguita in un unico Centro, 130 pazienti hanno assunto regolarmente Carbonato di Litio [ Carbolithium ] ( mediamente una dose di 1.000 mg/die; n=71; 40 bambini ), Valproato [ Acido Valproico; Depakin ] ( n=5 ), pillola anticoncezionale ( n=5 ), o nessun trattamento ( n=49 ).

Le caratteristiche della malattia ( frequenza, media, e durate più lunghe degli episodi, tempo inabile per anno ) sono state confrontate prima e dopo il follow-up nei gruppi Litio versus astensione.

Il tempo tra insorgenza della sindrome di Kleine-Levin e insorgenza di effetto terapeutico è stato di 69 mesi.

I pazienti sono stati poi seguiti per una media di 21.5 mesi.

Prima del trattamento, 71 pazienti trattati con Litio tendevano ad avere una maggiore frequenza di episodi per anno ( 3.8 vs 2.9 ) e hanno avuto un più lungo tempo inabile ( 57 vs 37 giorni ) rispetto ai pazienti non-trattati.

La durata media ( -8 vs 2 giorni ) e più lunga ( -18 vs -5 ) degli episodi, il tempo trascorso inabili ( -37 vs -10 giorni ), nonché la frequenza degli episodi per anno ( -2.6 vs 1.3 ) sono diminuiti significativamente di più nel gruppo trattato rispetto al gruppo di pazienti non-trattati.

Gli effetti collaterali ( segnalati dal 50% dei pazienti ) sono stati lievi e classici con il Litio ( tremore, aumento del bere, diarrea, e ipotiroidismo subclinico ).

In conclusione, in questo ampio studio prospettico, in aperto, controllato, il rapporto rischio / beneficio della terapia con il Litio è stato superiore a quello dell’astensione, sostenendo il concetto che il Litio ha effetti antinfiammatori / neuroprotettivi.
Questo studio ha fornito una prova di classe IV che per i pazienti con sindrome di Kleine-Levin, il Litio diminuisce la frequenza e la durata degli episodi della malattia. ( Xagena2015 )

Leu-Semenescu S et al, Neurology 2015; 85: 1655-1662

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