Formazione di osteoclasti giganti nel corso del trattamento di lungo periodo con Alendronato
I bifosfonati diminuiscono il riassorbimento osseo e sono comunemente utilizzati per trattare o prevenire l’osteoporosi.
Tuttavia, l’effetto dei bifosfonati sulle loro cellule bersaglio rimane enigmatico, dal momento che nei pazienti che beneficiano della terapia sono stati osservati piccoli cambiamenti nel numero degli osteoclasti, le cellule responsabili per il riassorbimento osseo.
Un gruppo di Ricercatori dell’University of Arkansas for Medical Sciences, a Little Rock negli Stati Uniti, ha esaminato 51 campioni di biopsie ossee, ottenuti dopo uno studio di dose-ranging della durata di 3 anni con Alendronato ( Fosamax ) nella prevenzione del riassorbimento osseo nelle donne sane in postmenopausa di età compresa tra 40 e 59 anni.
Le pazienti sono state assegnate a uno di 5 gruppi creati nello studio: placebo per 3 anni; Alendronato per 3 anni in dosi di 1, 5 o 10 mg al giorno; Alendronato per 2 anni alla dose di 20 mg al giorno seguito da 1 anno di placebo.
Il numero degli osteoclasti è risultato aumentato di un fattore 2,6 nei pazienti trattati con 10 mg/die di Alendronato per 3 anni rispetto a quelli del gruppo placebo ( PInoltre il numero degli osteoclasti è aumentato ulteriormente man mano che aumentava la dose cumulativa di farmaco ( P
Il 27% di questi osteoclasti era formato da cellule giganti con nuclei picnotici, adiacenti alle cavità superficiali di riassorbimento.
Inoltre, dopo l’interruzione del trattamento per 1 anno, è stata osservata la presenza di osteoclasti giganti, ipernucleati e staccati, con 20-40 nuclei.
Una percentuale compresa tra il 20 e il 37% di queste cellule giganti poteva essere definita apoptotica in base alle caratteristiche morfologiche e a esperimenti di marcatura in situ.
In conclusione, il trattamento a lungo termine con Alendronato è associato a un aumento nel numero degli osteoclasti che includono cellule giganti, ipernucleate e staccate che sono in fase di apopotosi protratta. ( Xagena2009 )
Weinstein RS et al, N Engl J Med 2009; 360: 53-62
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