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Correlazioni in Medicina



La maggiore durata dell’allattamento è associata a un minor rischio di malattia cardiovascolare nelle donne in postemenopausa


I Ricercatori dell’Università di Pittsburgh negli Stati Uniti, hanno portato a termine uno studio per esaminare la relazione dose-risposta tra il numero cumulativo di mesi di allattamento materno e i fattori di rischio postmenopausali di malattia cardiovascolare.

Sono stati esaminati i dati relativi a 139.681 donne in postmenopausa ( età mediana: 63 anni ) che avevano avuto almeno 1 figlio nato vivo al momento dell’arruolamento nello studio osservazionale Women's Health Initiative ( WHI ) o in studi controllati.

Sono state osservate relazioni dose-risposta; in modelli totalmente aggiustati, le donne che avevano riferito di un periodo di allattamento superiore ai 12 mesi nel corso della vita avevano meno probabilità di soffrire di ipertensione ( odds ratio, OR=0.88; P
In modelli aggiustati per tutte le variabili sopra menzionate e l’indice di massa corporea ( BMI ), sono state osservate relazioni simili.

Utilizzando tassi di prevalenza multivariati aggiustati da modelli lineari generalizzati, è stato stimato che tra le donne con figli che non avevano allattato rispetto a quelle che avevano allattato per oltre 12 mesi, il 42.1% versus 38.6% avrebbe sofferto di ipertensione, il 5.3% versus 4.3% diabete, il 14.8% versus 12.3% iperlipidemia, e il 9.9% versus 9.1% malattia cardiovascolare, una volta raggiunta la menopausa.

Su un periodo medio di 7.9 anni di partecipazione in menopausa allo studio WHI, le donne con un unico figlio nato vivo che avevano allattato al seno per 7-12 mesi avevano meno possibilità di sviluppare malattia cardiovascolare ( hazard ratio, HR=0.72 ) rispetto alle donne che non avevano mai allattato al seno.

In conclusione, tra le donne in postmenopausa, un aumento della durata dell’allattamento è risultato associato a una minore prevalenza di ipertensione, diabete, iperlipidemia e malattia cardiovascolare. ( Xagena2009 )

Schwarz EB et al, Obstet Gynecol 2009; 113: 974-982


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