Diabete mellito di tipo 2: impiego di Alogliptin nei pazienti anziani
Ricercatori dell’University of Vermont a Burlington negli Stati Uniti, hanno confrontato l’efficacia e la sicurezza di Alogliptin, un inibitore DPP-4 ( dipeptidil-peptidasi 4 ), nei pazienti anziani ( età maggiore o uguale a 65 anni ) e giovani ( minore di 65 anni ) affetti da diabete mellito di tipo 2.
Sono stati raggruppati i dati di 6 studi clinici randomizzati, in doppio cieco, placebo-controllati, con Alogliptin.
Sono stati arruolati pazienti di età compresa tra 18 e 80 anni con diabete mellito di tipo 2 e controllo glicemico non-adeguato.
I pazienti anziani ( età media 70 anni; n=455 ) e quelli più giovani ( età media 51.8; n=1.911 ) hanno ricevuto Alogliptin 12.5 mg ( n=922 ), Alogliptin 25 mg ( n=910 ) o placebo ( n=534 ) per 26 settimane ( 12 settimane in uno studio di fase II ).
Questi studi hanno valutato Alogliptin come monoterapia e in somministrazione congiunta con Pioglitazone, Gliburide, Metformina o Insulina.
Gli endpoint di efficacia includevano il cambiamento dal basale dell’emoglobina glicosilata ( HbA1c ), glicemia a digiuno, peso e valori lipidici.
Le variabili di sicurezza includevano eventi ipoglicemici, eventi avversi e pressione sanguigna.
La media dei minimi quadrati dell’emoglobina glicosilata è diminuita dal basale dello 0.7% e dello 0.8% nei pazienti anziani trattati con Alogliptin 12.5 e 25 mg, rispettivamente, e dello 0.5% e 0.6%, rispettivamente, nei pazienti più giovani ( P
Sono stati osservati risultati simili per la glicemia a digiuno.
L’incidenza di ipoglicemia è stata pari a 8.3% o inferiore in tutti i gruppi Alogliptin ( inferiore o uguale a 10.5% per il placebo ), senza apparenti differenze tra i pazienti anziani e i pazienti più giovani.
I cambiamenti nel peso sono risultati trascurabili in tutti i gruppi di trattamento in entrambe le categorie di età.
I profili di sicurezza di Alogliptin sono risultati simili in tutti i gruppi di età e di dosi.
In conclusione, Alogliptin ha dimostrato di essere efficace e ben tollerato nei pazienti anziani arruolati in questi studi.
I miglioramenti nell’emoglobina glicata sono risultati simili a quelli osservati in pazienti più giovani e non è stato riscontrato, nei pazienti anziani, aumento nel rischio di ipoglicemia, guadagno di peso o altri eventi avversi. ( Xagena2009 )
Pratley RE et al, J Am Geriatr Soc 2009; 57: 2011-2019
Endo2009 Farma2009