Effetto delle interruzioni di trattamento negli anziani con demenza trattati con inibitori della colinesterasi
E' stato determinato l'effetto delle sospensioni del trattamento sul rischio di ricovero in istituto o di morte tra i pazienti anziani residenti in istituti trattati con inibitori della colinesterasi.
L'analisi di sopravvivenza è stata condotta tra un gruppo di pazienti anziani residenti in istituto ( età di 66 anni o superiore ) trattati di recente con inibitori della colinesterasi, identificati nel Quebec drug claims database ( Régie de l'Assurance Maladie du Québec RAMQ ) nel periodo 2000-2007.
La non-continuità del trattamento durante l'anno successivo all'inizio della somministrazione degli inibitori della colinesterasi è stata definita come l'interruzione o la sospensione del trattamento per almeno 6 settimane.
Per tenere conto della causalità inversa, sono stati utilizzati modelli di rischio proporzionale di Cox solo tra i pazienti che non hanno interrotto il trattamento, al fine di valutare l'associazione tra la non-continuità del trattamento e il ricovero in istituto o la morte.
Tra i 24.394 utilizzatori anziani di inibitori della colinesterasi, 4.108 ( 16.8% ) hanno sospeso il trattamento nel corso dell'anno successivo all'inizio del trattamento con inibitori della colinesterasi mentre 596 ( 2.4% ) hanno interrotto il trattamento entro i primi 3 mesi ( early stoppers ) e 4.038 ( 16.6% ) dopo 3 mesi di trattamento ( late stoppers ).
Di tutti i pazienti trattati, 4.409 (18.1%) sono stati ricoverati in istituto o sono deceduti durante il follow-up.
Nei pazienti che non hanno interrotto il trattamento, il rischio di ricovero in istituto o di morte è apparso minore nei pazienti che hanno avuto una sospensione del trattamento ( hazard ratio, HR=0.91 ).
In conclusione, i risultati suggeriscono che, contrariamente a quanto è stato precedentemente riportato in studi clinici, l'interruzione del trattamento non compromette l'esito nei pazienti trattati con inibitori della colinestaerasi in un contesto reale. ( Xagena2012 )
Pariente A et al, Neurology 2012; 78: 957-963
Neuro2012 Farma2012