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Correlazioni in Medicina



Benralizumab, anticorpo monoclonale anti-recettore alfa della interleuchina 5, per asma eosinofila incontrollata


La persistente infiammazione delle vie aeree nell'asma eosinofila aumenta il rischio di riacutizzazioni.
In uno studio randomizzato, controllato, in doppio cieco, dose-ranging, di fase 2b, sono state valutate l'efficacia e la sicurezza di Benralizumab, un anticorpo monoclonale anti-recettore alfa della interleuchina 5 ( IL5RA ) che elimina gli eosinofili del sangue e delle vie aeree, negli adulti con asma eosinofila non-controllata.

I partecipanti idonei erano adulti di età compresa tra 18 e 75 anni con asma non-controllata trattati con medie o alte dosi di corticosteroidi per via inalatoria e beta-agonisti a lunga durata d’azione ( LABA ), con 2-6 esacerbazioni nel corso dell'anno precedente.

Sono stati esclusi i fumatori correnti o ex-fumatori.

È stato usato l'indice ELEN ( un algoritmo per prevedere elevati eosinofili nell'espettorato ) o la frazione di base di ossido nitrico esalato per stratificare i pazienti in base allo stato di eosinofilia, e gli individui eosinofili sono stati randomizzati in un rapporto 1:1:1:1 a ricevere placebo, 2 mg di Benralizumab, 20 mg di Benralizumab, o 100 mg di Benralizumab, e gli individui non-eosinofili sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 a ricevere placebo o 100 mg di Benralizumab.

I farmaci di studio sono stati somministrati in 2 iniezioni sottocutanee ogni 4 settimane per le prime 3 dosi, poi ogni 8 settimane, per 1 anno.
Pazienti, medici curanti e ricercatori dello studio non conoscevano l'assegnazione del trattamento.

L'endpoint primario era il tasso di esacerbazioni annuo in individui eosinofili dopo 1 anno di follow-up.

Nel periodo 2011-2012, 324 individui eosinofili sono stati assegnati in modo casuale a placebo ( n=80 ) o a 2 mg di Benralizumab ( n=81 ), 20 mg, ( n=81 ), o 100 mg ( n=82 ), e 285 individui non-eosinofili a 100 mg di Benralizumab ( n=142, 140 inclusi nella analisi ) oppure a placebo ( n=143, 142 inclusi nella analisi ).

Negli individui eosinofili, Benralizumab ha ridotto la frequenza di esacerbazioni rispetto al placebo nel gruppo da 100 mg ( 0.34 vs 0.57, riduzione del 41%, P=0.096 ), ma non nel gruppo da 2 mg ( 0.65 vs 0.57, differenza -9%, P=0.781 ) o nel gruppo da 20 mg ( 0.37 vs 0.57, riduzione del 36%, P=0.173 ).

Nei pazienti con un cutoff basale di eosinofili nel sangue di almeno 300 cellule per microlitro, le frequenze di esacerbazioni nel gruppo Benralizumab 20 mg ( n=70 ) e nel gruppo 100 mg ( n=97 ) sono state inferiori rispetto al gruppo placebo ( n=83; 0.30 vs 0.68, riduzione del 57%, P=0.015 per dosaggio di 20 mg; 0.38 vs 0.68, differenza del 43%, P=0.049 per dose da 100 mg ).

I risultati hanno indicato che Benralizumab 20 mg e 100 mg sono posizionati al plateau dose-risposta.

Eventi avversi emergenti si sono verificati in 277 ( 72% ) dei 385 partecipanti che hanno ricevuto qualsiasi dose di Benralizumab rispetto a 143 pazienti ( 65% ) dei 221 trattati con placebo.
La nasofaringite ( 44 pazienti, 11%, trattati con Benralizumab vs 13 pazienti, 6%, trattati con placebo ) e le reazioni al sito di iniezione ( 60, 16%, vs 8, 4% ) si sono verificate più frequentemente con Benralizumab che con placebo.

Dallo studio è emerso che Benralizumab alle dosi di 20 mg e 100 mg sembra ridurre le riacutizzazioni di asma negli adulti con asma eosinofila non-controllata e con valori di eosinofili nel sangue, al basale, di almeno 300 cellule per microlitro, forse perché diretto al recettore dell'interleuchina 5 piuttosto che al ligando dell’interleuchina 5.
Sono necessari ulteriori studi di fase 3 sul trattamento con Benralizumab. ( Xagena2014 )

Castro M et al, Lancet Respiratory Medicine 2014;2:879-890

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