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Correlazioni in Medicina



Iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo: uso ed esiti riproduttivi


L’iniezione intracitoplasmatica di spermatozoi ( ICSI ) è sempre più utilizzata nei pazienti senza gravi fattori di infertilità maschile senza chiara evidenza di un vantaggio rispetto alla fecondazione in vitro ( IVF ) convenzionale.

Sono stati valutati le tendenze nazionali e gli esiti riproduttivi per i cicli di IVF fresca ( embrioni trasferiti senza essere congelati ) a seguito dell'utilizzo di ICSI rispetto a IVF convenzionale relativamente alle indicazioni cliniche per l'utilizzo di ICSI mediante uno studio di coorte retrospettivo che ha utilizzato i dati sui cicli di fecondazione in vitro fresca e ICSI segnalati allo US National Assisted Reproductive Technology Surveillance System durante il periodo 1996-2012.

Le principali misure di esito sono state le tendenze nell’uso di ICSI durante il periodo 1996-2012 rispetto ai fattori di infertilità maschile, infertilità inspiegata, età materna di 38 anni o più alta, bassa resa degli ovociti e 2 o più cicli di riproduzione assistita precedenti; gli esiti riproduttivi per cicli di fertilizzazione in vitro convenzionale e iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo nel periodo 2008-2012, stratificati per la presenza o l'assenza dei fattori di infertilità maschile.

Dei 1.395.634 cicli di IVF fresca dal 1996 al 2012, 908.767 ( 65.1% ) hanno fatto impiego di iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo e 499.135 ( 35.8% ) hanno riportato fattori di infertilità maschile.

Tra i cicli con fattore di infertilità maschile, l’uso della iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo è passato dal 76.3% ( 10.876/14.259 ) al 93.3% ( 32.191/34.506 ) ( P minore di 0.001 ) nel corso del periodo 1996-2012; per quelli senza fattore di infertilità maschile, l’uso ICSI è aumentato dal 15.4% ( 4.197/27.191 ) al 66.9% ( 42.321/63.250 ) ( P minore di 0.001 ).

Durante il periodo 2008-2012, i fattori di infertilità maschile sono stati riportati per il 35.7% ( 176.911/494.907 ) dei cicli freschi. Tra questi cicli, l’uso di ICSI era associato a un tasso di natalità più basso rispetto alla fertilizzazione in vitro convenzionale ( 30.9% vs 34.2%; rischio relativo [ RR ] aggiustato, 0.87 ).

Tra i cicli senza fattori di infertilità maschile ( n=317.996 ), l’uso di ICSI era associato a una minore incidenza di impianto ( 23.0% vs 25.2%; RR aggiustato, 0.93 ), nati vivi ( 36.5% vs 39.2 %; RR aggiustato, 0.95 ) e nati vivi multipli ( 30.1% vs 31.0%; RR aggiustato, 0.93 ) rispetto a fertilizzazione in vitro convenzionale.

In conclusione, tra cicli di IVF fresca negli Stati Uniti, l'uso di ICSI è passato dal 36.4% nel 1996 al 76.2% nel 2012, con maggiore incremento relativo tra cicli senza fattori di infertilità maschile.
Rispetto alla IVF convenzionale, l’uso di ICSI non è stato associato ad un miglioramento dei risultati riproduttivi post-fertilizzazione, a prescindere dalla diagnosi di fattori di infertilità maschile. ( Xagena2015 )

Corrales-Medina VF et al, JAMA 2015;313:264-274

Gyne2015 Med2015


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