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Correlazioni in Medicina



Mantenimento di prima linea con Olaparib più Bevacizumab nel tumore ovarico: risultati finali sulla sopravvivenza globale dello studio PAOLA-1/ENGOT-ov25


Nell’analisi primaria PAOLA-1/ENGOT-ov25, il mantenimento con Olaparib ( Lynparza ) più Bevacizumab ( Avastin ) ha dimostrato un significativo beneficio in termini di sopravvivenza libera da progressione ( PFS ) nelle pazienti con tumore ovarico avanzato di nuova diagnosi con risposta clinica dopo chemioterapia di prima linea a base di Platino più Bevacizumab, indipendentemente dallo stato chirurgico.

Analisi esplorative prespecificate in base allo stato dei biomarcatori molecolari hanno mostrato un beneficio sostanziale nei pazienti con mutazione BRCA1/BRCA2 ( BRCAm ) o deficit di ricombinazione omologa ( HRD; BRCAm e/o instabilità genomica ).

E' stata riportata l'analisi prespecificata della sopravvivenza globale ( OS ), comprese le analisi in base allo stato di deficit di ricombinazione omologa.

I pazienti sono stati randomizzati a Olaparib ( 300 mg due volte al giorno; fino a 24 mesi ) più Bevacizumab ( 15 mg/kg ogni 3 settimane; 15 mesi in totale ) oppure placebo più Bevacizumab.

L'analisi della sopravvivenza globale, un endpoint secondario chiave nei test gerarchici, è stata pianificata per una maturità pari a circa il 60% o 3 anni dopo l'analisi primaria.

Dopo un follow-up mediano di 61.7 e 61.9 mesi rispettivamente nei bracci Olaparib e placebo, la sopravvivenza globale mediana è stata di 56.5 rispetto a 51.6 mesi nella popolazione intention-to-treat [ ITT ] ( hazard ratio, HR 0.92; P=0.4118 ).

La successiva terapia con inibitori PARP ( poli-ADP-ribosio polimerasi ) è stata ricevuta da 105 pazienti ( 19.6% ) con Olaparib rispetto a 123 pazienti ( 45.7% ) con placebo.

Nella popolazione HRD-positiva, la sopravvivenza globale è risultata più lunga con Olaparib più Bevacizumab ( HR 0.62; tasso di sopravvivenza globale a 5 anni, 65.5% rispetto a 48.4% ); a 5 anni, la sopravvivenza libera da progressione aggiornata ha mostrato anche una percentuale più elevata di pazienti con Olaparib più Bevacizumab senza recidiva ( HR 0.41; tasso di sopravvivenza libera da progressione a 5 anni, 46.1% rispetto a 19.2% ).

L'incidenza della sindrome mielodisplastica, della leucemia mieloide acuta, dell'anemia aplastica e di nuovi tumori maligni primitivi è rimasta bassa e bilanciata tra i bracci.

Olaparib più Bevacizumab ha fornito un miglioramento clinicamente significativo della sopravvivenza globale per le pazienti in prima linea con tumore ovarico HRD-positivo.

Queste analisi esplorative prespecificate hanno dimostrato un miglioramento nonostante un’elevata percentuale di pazienti nel braccio placebo che hanno ricevuto inibitori PARP dopo la progressione, confermando la combinazione come uno degli standard di cura in questo contesto con il potenziale per promuovere la guarigione. ( Xagena2023 )

Ray-Coquard I et al, Ann Oncol 2023; 34: 681-692

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