Osteoartrosi e artrite reumatoide: Celecoxib presenta un rischio cardiovascolare simile a quello di Ibuprofene e Naprossene
Celecoxib ( Celebrex ), impiegato a dosaggi moderati nei pazienti con osteoartrosi o artrite reumatoide, presenta un profilo cardiovascolare simile a quello del Naprossene e dell’Ibuprofene.
Il trattamento con Celecoxib ha, inoltre, comportato una minore incidenza di eventi gastrointestinali rispetto a Ibuprofene e Naprossene. e una più bassa incidenza di eventi avversi renali rispetto a Ibuprofene.
Lo studio PRECISION ( Prospective Randomized Evaluation of Celecoxib Integrated Safety versus Ibuprofen or Naproxen ) è stato anche pubblicato sul The New England Journal of Medicine ( NEJM ).
Lo studio ha preso avvio nel 2005 su richiesta dell’Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ) dopo il ritiro dal mercato dell’antinfiammatorio Vioxx ( Rofecoxib ) nel 2004.
Vioxx e Celebrex sono entrambi inibitori selettivi della ciclossigenasi di tipo 2 ( Cox-2 ).
Lo studio è stato finanziato dalla società produttrice di Celebrex, Pfizer, ma diretto in modo indipendente da ricercatori della Cleveland Clinic negli Stati Uniti.
I farmaci antinfiammatori non-steroidei ( FANS ) rappresentano una importante opzione di trattamento per i pazienti con malattie artritiche.
Lo studio prospettico di non-inferiorità, a lungo termine, ha coinvolto 24.081 pazienti di 13 Paesi.
L’obiettivo dello studio PRECISION era quello di valutare la sicurezza cardiovascolare di Celecoxib rispetto a Ibuprofene e Naprossene nei pazienti con dolore cronico da osteoartrosi ( 90% ) o artrite reumatoide ( 10% ).
I pazienti sono stati assegnati in un rapporto 1:1:1 a Celecoxib ( dosaggio giornaliero medio, 209 mg ), Ibuprofene ( 2045 mg/die, in media ) o Naprossene ( 852 mg/die, in media ).
Tutti i pazienti sono stati trattati anche con Esomeprazolo, un inibitore della pompa protonica, per la gastroprotezione.
Era possibile continuare ad assumere basse dosi di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ).
La durata media del trattamento e del follow-up sono state, rispettivamente, pari a 20 e 34 mesi.
Nel corso di 10 anni, il 68% dei pazienti ha smesso di assumere il farmaco in studio, e il 27.4% dei pazienti ha interrotto il follow-up.
Nella popolazione intention-to-treat l’endpoint primario composito ( morte cardiovascolare, infarto miocardico non-fatale, ictus non-fatale, secondo i criteri APTC ) si è verificato in 188 pazienti nel gruppo Celecoxib ( 2.3% ), in 201 nel gruppo Naprossene ( 2.5% ) e in 218 nel gruppo Ibuprofene ( 2.7% ).
L'hazard ratio ( HR ) per Celecoxib versus Naprossene è stato pari a 0.93 ( P per la non-inferiorità minore di 0.001 ); HR per Celecoxib vs Ibruprofene pari a 0.85 ( P per la non-inferiorità minore di 0.001 ).
Nella popolazione on-treatment l’endpoint primario si è verificato in 134 pazienti nel gruppo Celecoxib ( 1.7% ), in 144 nel gruppo Naprossene ( 1.8% ) e in 155 nel gruppo Ibuprofene ( 1.9% ).
L’hazard ratio per Celecoxib versus Naprossene, è stato pari a 0.90 ( P per la non-inferiorità minore di 0.001 ); HR per Celecoxib vs Ibuprofene pari a 0.81 ( P per la non-inferiorità minore di 0.001 ).
Il tasso per l'esito composito di eventi gastrointestinali gravi è risultato inferiore nel gruppo Celecoxib rispetto al gruppo Naprossene ( HR=0.71; P=0.01 ) e nel gruppo Celecoxib rispetto al gruppo Ibuprofene ( HR=0.65; P=0.002 ).
L'hazard ratio per gli eventi gastrointestinali nel gruppo Ibuprofene versus gruppo Naprossene è stato pari a 1.08 ( p=0.53 ).
Gli eventi renali gravi si sono verificati a un tasso significativamente più basso nel gruppo Celecoxib rispetto al gruppo Ibuprofene ( HR=0.61; P=0.004 ), ma la differenza tra Celecoxib e Naprossene non è risultata statisticamente significativa ( HR=0.79; P=0.19 ). ( Xagena2016 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) Annual Meeting, 2016
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