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Correlazioni in Medicina



Inquinamento atmosferico da particolato correlato al rischio di malattie renali croniche


L'esposizione a una più alta quantità di inquinamento atmosferico da particolato è risultata associata a un aumentato livello di albuminuria, nonché a un maggior rischio di malattie renali croniche.

Il particolato fine può causare una risposta infiammatoria. Inoltre, queste particelle possono anche essere abbastanza piccole da entrare direttamente nel flusso ematico e colpire organi come i reni, che fungono da filtri del sangue.

Studi precedenti avevano dimostrato che l'inquinamento atmosferico da particolato può avere effetti dannosi sulla salute oltre che sui polmoni, mentre un numero inferiore di studi aveva dimostrato come l'inquinamento atmosferico potesse influenzare la salute dei reni.
Poiché i tassi di malattie renali croniche aumentano in tutto il mondo, è importante capire in che modo l'esposizione all'inquinamento atmosferico può contribuire a questo effetto.

Il nuovo studio ha riguardato 10.997 partecipanti allo studio ARIC ( Atherosclerosis Risk in Communities ), stimando le concentrazioni medie mensili di PM2.5 con un modello che includeva covariate meteorologiche e geospaziali.
Sono state determinate le associazioni tra esposizione annuale a PM2.5 e la velocità di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ), rapporto albumina-creatinina ( ACR ) urinaria e malattia renale cronica incidente.
Per le analisi di malattia renale cronica incidente, sono stati inclusi solo i partecipanti con eGFR superiore a 60 ml/min/m2; la coorte è risultata composta da 10.302 persone.

Dopo un follow-up mediano di 17.7 anni, è stato osservato che ciascun livello medio annuo di PM2.5 superiore a 1 microg/m3 era associato a un ACR urinario più elevato ( differenza percentuale, 6.6% ).

Inoltre, ciascun livello medio annuo di PM2.5 superiore a 1 microg/m3 era associato a un rischio significativamente più elevato di malattia renale cronica incidente ( hazard ratio, HR=1.05; 2.816 casi totali ).

Non è stata trovata alcuna associazione tra l'esposizione a PM2.5 e la velocità di filtrazione glomerulare stimata.

Questi risultati supportano il ruolo dell'esposizione al particolato fine come potenziale fattore di rischio per la nefropatia cronica, e supportano gli sforzi di mitigazione del particolato fine come potenziale via per ridurre il carico di malattia renale cronica. ( Xagena2020 )

Fonte: Clinical Journal of American Society of Nephrology, 2020

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