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Correlazioni in Medicina



Gli antinfiammatori anti-COX-2 sembrano aumentare il rischio di eventi tromboembolici


Gli inibitori dell’isoenzima COX-2 ( cicloossigenasi-2 ) sono stati sviluppati con l’obiettivo di ridurre le reazioni avverse rispetto ai convenzionali FANS ( Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei ) , non-selettivi.

Recenti evidenze indicano che l’impiego degli inibitori COX-2 possa essere associato ad un incremento del rischio di eventi avversi tromboembolici .

Dall’analisi dei Ricercatori del New Zealand Pharmacovigilance Centre di Dunedin , è emerso che l’esistenza di un’associazione tra inibitori selettivi COX-2 ed effetto protrombotico è plausibile.

Nonostante i risultati dello studio VIGOR ( Vioxx Gastrointestinal Outcome Research ), che hanno mostrato che il Rofecoxib è associato ad una maggiore incidenza di effetto protrombotico , i dati ottenuti da altri studi clinici randomizzati ,controllati, da studi osservazionali retrospettivi e da segnalazioni spontanee forniscono un insieme di evidenze contrastanti sul rischio di eventi tromboembolici dopo assunzione di inibitori COX-2.

I timori che gli inibitori della COX-2 possano essere associati ad effetti protrombotici rimangono.
Studi di ampie dimensioni dovrebbero far chiarezza sull’eccesso di outcome cardiovascolari non favorevoli dopo impiego di questi antinfiammatori ad azione inibitoria della COX-2, sia con concomitante assunzione di Aspirina ( Acido Acetilsalicilico ) a basso dosaggio che senza .

Alla luce di quanto emerso, è opportuno che gli inibitori selettivi della COX-2 vengano prescritti con cautela, solamente nei pazienti con condizioni tali per cui questi farmaci abbiano dimostrato di essere efficaci , monitorando con attenzione gli outcome e gli eventi avversi.

Questo aspetto è particolarmente importante per i pazienti anziani, per quelli affetti da malattie cardiovascolari o renali e per quelli che presentano altri fattori di rischio che potrebbero predisporli a tali eventi avversi.( Xagena2004 )

Clark DW et al, Drug Saf 2004; 27: 427-456

Farma2004 Cardio2004

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