Valutazione del valore diagnostico e prognostico del D-dimero plasmatico per aneurisma dell'aorta addominale
Alcuni biomarcatori sono stati associati all'aneurisma dell'aorta addominale ( AAA ), ma non vi è stata alcuna valutazione di come tali marcatori, insieme a fattori di rischio clinici, possano essere utilizzati per stratificare il rischio per la presenza di aneurisma dell'aorta addominale e la sua progressione.
Gli obiettivi di questo studio sono stati valutare il potenziale di stratificazione diagnostica, prognostica, e di rischio del D-dimero plasmatico per la presenza e crescita di aneurisma dell'aorta addominale.
Sono stati inclusi 1260 soggetti ( 337 con AAA ) reclutati da uno studio di controllo della popolazione e 132 ( 41 con AAA ) da una clinica di riferimento. Un totale di 299 pazienti del gruppo popolazione sono stati seguiti con ultrasonografia ripetuta per un periodo mediano di 5.5 anni per monitorare la crescita di aneurisma aortico.
Il potenziale diagnostico e prognostico del D-dimero plasmatico è stato valutato mediante regressione multivariata ( aggiustamento per altri fattori di rischio di AAA ), curva ROC e analisi CART.
In entrambi i gruppi, il fattore di rischio dominante per aneurisma dell'aorta addominale è stato il D-dimero; così nel gruppo di popolazione, i valori di cut-off maggiore di 400 e maggiore di 900 ng/mL hanno odds ratio ( OR ) corretto di 12.1 e 24.7, rispettivamente.
In entrambi i gruppi, le analisi CART hanno confermato il ruolo dominante del D-dimero plasmatico nel definire i gruppi a rischio estremi con prevalenza di aneurisma dell'aorta addominale disparata dal 3 all’82%.
La crescita media annua di aneurisma dell'aorta addominale è stata positivamente e significativamente associata con il D-dimero, che è stato in grado di prevedere la crescita in un ampio range, da 0.4 a 2.5 mm/anno.
In conclusione, lo studio ha indicato che il D-dimero plasmatico può svolgere un ruolo nella diagnosi e nella prognosi di aneurisma dell'aorta addominale. ( Xagena2011 )
Golledge J et al, Eur Heart J 2011; 32: 354-364
Cardio2011 Diagno2011