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Correlazioni in Medicina



Dialisi: inizio precoce verso inizio tardivo


Nella pratica clinica esiste una grande variazione nel tempo di inizio della dialisi di mantenimento nei pazienti con malattia renale cronica di stadio V, con una tendenza a livello mondiale verso un inizio precoce.

In uno studio condotto presso 32 Centri in Australia e Nuova Zelanda, un gruppo di Ricercatori australiani ha valutato se la tempistica di inizio della dialisi di mantenimento influenzasse la sopravvivenza nei pazienti con malattia renale cronica.

Pazienti di età uguale o superiore a 18 anni con malattia renale cronica progressiva e una velocità di filtrazione glomerulare stimata ( eGFR ) tra 10 e 15 ml per minuto per 1.73 m2 di superficie corporea ( calcolata con l’equazione di Cockcroft-Gault ) sono stati assegnati in maniera casuale a iniziare la dialisi quando eGFR fosse compreso tra 10 e 14 ml per minuto ( inizio precoce ) o tra 5 e 7 ml per minuto ( inizio tardivo ).

L’esito primario era la mortalità per qualsiasi causa.

Nel periodo 2000-2008, 828 adulti ( età media, 60.4 anni; 542 uomini e 286 donne; 355 con diabete ) sono stati sottoposti a randomizzazione con un tempo mediano di inizio della dialisi di 1.80 mesi nel gruppo a inizio precoce e di 7.40 mesi in quello a inizio tardivo.

In totale, il 75.9% dei pazienti del gruppo a inizio tardivo ha iniziato la dialisi quando la velocità di filtrazione glomerulare stimata era al si sopra del valore di riferimento di 7 ml per minuto, a causa dello sviluppo di sintomi.

Durante un follow-up mediano di 3.59 anni, 152 dei 404 pazienti nel gruppo inizio precoce ( 37.6% ) e 155 dei 424 di quello a inizio tardivo ( 36.6% ) sono deceduti ( hazard ratio con inizio precoce, HR=1.04; P=0.75 ).

Non sono state osservate differenze significative tra i gruppi nello sviluppo di eventi avversi ( eventi cardiovascolari, infezioni o complicazioni della dialisi ).

In conclusione, in questo studio, la pianificazione di un inizio precoce della dialisi in pazienti con malattia renale cronica di stadio V non è risultata associata a un miglioramento della sopravvivenza o degli esiti clinici. ( Xagena2010 )

Cooper BA et al, N Engl J Med 2010; 363: 609-619


Nefro2010

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