Betametasone prenatale per donne a rischio di parto prematuro tardivo
I neonati che nascono a 34-36 settimane di gestazione ( pretermine tardivo ) sono a maggiore rischio di esiti respiratori avversi e altri esiti rispetto a quelli nati a 37 settimane di gestazione o successivamente.
Non è noto se il Betametasone somministrato a donne a rischio di parto pretermine tardivo diminuisca i rischi di morbilità neonatale.
È stato condotto uno studio multicentrico che ha coinvolto donne con una gravidanza singola a 34 settimane e 0 giorni fino a 36 settimane e 5 giorni di gestazione che erano ad alto rischio di parto durante il periodo pretermine tardivo ( fino a 36 settimane e 6 giorni ).
Le partecipanti sono state assegnate a ricevere due iniezioni di Betametasone oppure placebo a 24 ore di distanza.
L'esito primario era un composito neonatale di trattamento nelle prime 72 ore ( uso di pressione continua positiva delle vie aeree o cannula nasale ad alto flusso per almeno 2 ore, ossigeno supplementare con una frazione di ossigeno inspirato di almeno 0.30 per almeno 4 ore, ossigenazione extracorporea a membrana, o ventilazione meccanica ) o nati morti o morte neonatale entro 72 ore dal parto.
L'esito primario si è verificato in 165 bambini su 1.427 ( 11.6% ) nel gruppo Betametasone e in 202 su 1.400 ( 14.4% ) nel gruppo placebo ( rischio relativo nel gruppo Betametasone, RR=0.80; P=0.02 ).
Anche complicanze respiratorie gravi, tachipnea transitoria del neonato, uso di tensioattivo, e displasia broncopolmonare si sono verificate significativamente meno frequentemente nel gruppo Betametasone.
Non ci sono state differenze significative tra i gruppi nella incidenza di corionamnionite o sepsi neonatale.
L’ipoglicemia neonatale è risultata più comune nel gruppo Betametasone rispetto al gruppo placebo ( 24.0% vs 15.0%; RR=1.60; P minore di 0.001 ).
In conclusione, la somministrazione di Betametasone alle donne a rischio di parto pretermine tardivo ha ridotto significativamente l'incidenza di complicanze respiratorie neonatali. ( Xagena2016 )
Gyamfi-Bannerman C et al, N Engl J Med 2016; 374 : 1311-1320
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