Effetti metabolici ed endocrini del Rosiglitazone nelle donne non-obese con ovaio policistico
E' stato ipotizzato che la somministrazione di Rosiglitazone ( Avandia ), un farmaco insulina-sensibilizzante della classe dei tiazolidinedioni, potrebbe migliorare la disfunzione ovulatoria, l'irsutismo, l'iperandrogenemia e l'iperinsulinemia nelle pazienti con sindrome dell'ovaio policistico.
Un totale di 50 donne con sindrome del ovaio policistico ed alterata tolleranza al glucosio è stato assegnato in modo random ad un trattamento di 8 mesi con Rosiglitazone al dosaggio di 2mg/die o di 4mg/die.
Sono stati valutati i cambiamenti nella funzione ovulatoria, nell'irsutismo, nei livelli ormonali ( testosterone libero e totale, estradiolo, estrone, androstenedione, ormone luteinizzante e ormone follicolo-stimolante ) e nelle misure dei parametri glicemici ( livelli a digiuno e dopo carico di glucosio e di insulina, indice HOMA-IR ed emoglobina glicosilata ) tra i due gruppi di studio.
Quindici delle 20 donne trattate con 2mg/die di Rosiglitazone e 19 delle 20 su 4mg/die hanno raggiunto la normale tolleranza al glucosio; 14 delle 20 su 2mg/die e 17 delle 20 su 4mg/die hanno avuto mestruazioni ovulatorie al termine del periodo di studio.
La diminuzione dei livelli di testosterone libero è stata maggiore nel gruppo in trattamento con 4mg/die di Rosiglitazone che non nel gruppo 2mg/die ( -1.89pg/ml versus –2.21pg/ml; p < 0.01 ).
Non sono stati riscontrati né eventi avversi gravi né innalzamenti dei livelli degli enzimi epatici durante il periodo di studio.
I risultati ottenuti hanno indicato che il Rosiglitazone migliora la disfunzione ovulatoria, l'irsutismo, l'iperandrogenemia e la resistenza all'insulina nella sindrome dell'ovaio policistico in funzione del dosaggio assunto, con ridotti effetti collaterali.
Il Rosiglitazone può rappresentare una buona scelta per il trattamento delle pazienti con sindrome dell'ovaio policistico, in modo particolare nelle donne in cui è fallita la terapia con Metformina. ( Xagena2005 )
Dereli D et al, Endocr J 2005; 52: 299-308
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