Il caso di un paziente anziano, morto per emorragia cerebrale, evidenzia i limiti del nuovo anticoagulante Pradaxa
La morte di un uomo anziano a causa di una massiccia emorragia cerebrale dopo una banale caduta suggerisce che le complicanze emorragiche dall’anticoagulante Pradaxa ( Dabigatran etexilato ) sono in gran parte irreversibili.
Pradaxa è il capostipite di una nuova classe di anticoagulanti, denominati inibitori diretti della trombina. Pradaxa è stato approvato per prevenire l’insorgenza di ictus tra i pazienti con fibrillazione striale non-valvolare.
L’Agenzia regolatoria degli Stati Uniti, FDA ( Food and Drug Administration ), a dicembre 2011 aveva avviato l’esame di altri casi di grave sanguinamento associato a Pradaxa.
Medici del Dipartimento di Neurochirurgia dell’University of Utah negli Stati Uniti, hanno descritto il peggioramento, e la successiva morte, di un uomo di 83 anni che era stato portato al Pronto Soccorso per una banale caduta.
Inizialmente, il paziente era pienamente vigile e orientato ed era in grado di rispondere ai comandi verbali, e il suo esame neurologico non aveva destato preoccupazione.
All’ingresso, la TAC ( tomografia computerizzata ) aveva rivelato piccole aree superficiali di emorragia a livello cerebrale; entro due ore dal ricovero nuove scansioni avevano mostrato una progressione dell’emorragia cerebrale.
I tentativi per arrestare l'emorragia, compresa la somministrazione di liquidi per via endovenosa e del Fattore VIIa ricombinante, si sono rivelati inefficaci e il paziente è caduto in coma profondo ed è morto poco dopo.
Non sono stati, finora,individuati farmaci in caso di revertire l’azione di Dabigatran.
Dal momento che negli anziani i problemi di equilibrio e di cadute sono comuni, l’incidenza di emorragia cerebrale, anche causata da un trauma minore, potrebbe essere elevata tra i pazienti a cui è stato prescritto Pradaxa. ( Xagena2012 )
Fonte: Journal of Neurosurgery, 2012
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