MedFocus.it

Correlazioni in Medicina



Forte riduzione della mortalità correlata all’endocardite infettiva con un approccio basato sul management


Nonostante i miglioramenti nella terapia medica e chirurgica, l’endocardite infettiva è ancora associata a una prognosi grave e rimane una sfida terapeutica.

Un gruppo di Ricercatori dell’Università del Mediterraneo a Marsiglia in Francia, ha condotto uno studio per valutare l’impatto di un protocollo diagnostico e terapeutico standardizzato sulla mortalità nell’endocardite infettiva.

Lo studio osservazionale ha coinvolto 333 pazienti consecutivi trattati per endocardite infettiva presso un Centro di riferimento nell’intervallo di tempo compreso tra il 1991 e il 2006, suddiviso in due periodi: periodo 1 ( 1991-2001 ), prima dell’implementazione del protocollo terapeutico ( n=173 ), e periodo 2 ( 2002-2006 ), dopo l’implementazione del protocollo ( n=160 ).

Il protocollo consisteva nella raccolta di campioni biologici, nell’uso di soli 4 agenti antimicrobici, in una durata standardizzata del trattamento, indicazioni chirurgiche standardizzate; il periodo osservazionale aveva la durata di 1 anno.

La mortalità a 1 anno è diminuita in modo significativo dal 18.5% durante il periodo 1 all’8.2% durante il periodo 2 ( hazard ratio, HR=0.41; P=0.008 ).

Dopo l’analisi a variabili multiple, il management nel periodo 2 è rimasto un forte fattore protettivo ( hazard ratio aggiustato, HR=0.26; P=0.01 ).

Durante il periodo 2, sono stati osservati una migliore compliance ( statisticamente significativa ) nel corso della terapia antimicrobica e meno casi di insufficienza renale.

Anche i decessi per eventi embolici e sindrome da insufficienza di multipli organi si sono ridotti significativamente nel periodo 2.

In conclusione, durante questo studio è stata osservata una marcata riduzione della mortalità che suggerisce che un approccio basato sul management ha un impatto significativo sull’esito dell’endocardite infettiva. ( Xagena2009 )

Botelho-Nevers E et al, Arch Intern Med 2009; 169:1290-1298


Inf2009 Cardio2009

Altri articoli