Gestione periprocedurale dei farmaci antiaggreganti e anticoagulanti nei pazienti con malattia cerebrovascolare ischemica
I pazienti che assumono Acido Acetilsalicilico ( Aspirina ) o Warfarin ( Coumadin ) per la prevenzione secondaria dopo una malattia cerebrovascolare ischemica non hanno bisogno di interrompere l’assunzione del antiaggregante o del anticoagulante per le procedure dentali.
Gli interventi di prostata o ernia, elettromiografia e ablazione della vena safena potrebbero essere candidati per continuare il trattamento con Warfarin o Acido Acetilsalicilico.
Il trattamento ponte con Eparina per ridurre il rischio di un secondo ictus per i pazienti che interrompono la terapia cronica con Warfarin prima del loro intervento chirurgico non appare essere d’ausilio, anzi potrebbe essere dannoso ( aumentato rischio di sanguinamento ).
Due studi recentemente hanno portato prove a sostegno della continuazione del Warfarin, rispetto al ponte con Eparina, durante l’ablazione della fibrillazione atriale e durante l'impianto di pacemaker o procedure correlate.
È importante bilanciare il rischio con il beneficio; cioè il rischio di ictus legato alla sospensione del farmaco e il rischio emorragico nel caso di non interruzione del farmaco.
Il sanguinamento tende ad essere relativamente lieve in termini di esiti, mentre la morbilità e la mortalità è elevata per gli eventi tromboembolici che si verificano durante le pause della terapia antiaggregante / anticoagulante.
Gli studi indicano un aumento del 97% del rischio tromboembolico dopo l'interruzione di Acido Acetilsalicilico per 2 settimane, e un rischio elevato di 5.5 volte dopo interruzione del Warfarin per una settimana o più.
Per ridurre questo rischio, appare ragionevole ridurre al minimo la durata della sospensione della terapia antiaggregante o anticoagulante.
Si stima che l’uso cronico di entrambi i farmaci è associato a una durata antitrombotica di 7 giorni; una singola dose dura approssimativamente 2-5 giorni.
Qualora l’Acido Acetilsalicilico dovesse essere sospeso per una procedura, la raccomandazione generale consiglia di agire da 7 a 10 giorni prima; 5 giorni prima della procedura per il Warfarin.
La migliore evidenza a favore della continuazione del trattamento con Acido Acetilsalicilico o Warfarin si è avuta nelle procedure dentali, in cui è stato dimostrato che i farmaci hanno alta probabilità di non-aumentare il rischio di sanguinamento.
C’è minore evidenza invece nella anestesia oculare invasiva e nelle procedure dermatologiche; in tali casi l'Acido Acetilsalicilico e il Warfarin dovrebbero, probabilmente, essere somministrati senza interruzioni.
Incerta la continuazione dell’Acido Acetilsalicilico in caso di: intervento chirurgico per la cataratta; biopsia prostatica transrettale eco guidata; procedure con ago spinale o epidurale; chirurgia per la sindrome del tunnel carpale
Continuare ad assumere Acido Acetilsalicilico è forse ragionevole per alcuni pazienti con ictus che stanno per subire un intervento vitreoretinico, elettromiografia, biopsia polmonare transbronchiale, polipectomia colonscopica, endoscopia superiore e biopsia o sfinterotomia, e biopsie addominali eco-guidate.
Potrebbe essere possibile la continuazione del Warfarin in elettromiografia, procedure per la prostata, erniorrafia inguinale e ablazione endotermica della vena grande safena.
Il Warfarin può aumentare il rischio di sanguinamento nella rimozione colonoscopica del polipo, e per tale procedura potrebbe essere necessario interrompere la terapia anticoagulante. ( Xagena2013 )
Fonte: American Academy of Neurology, 2013
Chiru2013 Neuro2013