Infarto del miocardio e ictus associati a regimi antipertensivi a due farmaci basati sui diuretici
Uno studio di popolazione e caso-controllo ha esaminato l'associazione di infarto miocardico e ictus incidente con molti regimi a base di farmaci anti-ipertensivi comunemente utilizzati.
I casi ( n=353 ) avevano un'età compresa tra 30 e 79 anni, ipertensione trattata farmacologicamente e diagnosi di primo infarto del miocardio o ictus fatale o non-fatale tra il 1989 e il 2005.
I controlli ( n=952 ) erano un campione casuale dei membri del Group Health con ipertensione trattata con farmaci.
Sono stati esclusi dallo studio soggetti con insufficienza cardiaca, segni di coronaropatia, diabete mellito o nefropatia cronica.
I pazienti sono stati sottoposti a uno di tre regimi basati sulla combinazione di due farmaci: diuretici più beta-bloccanti; diuretici più calcioantagonisti, e diuretici più Ace inibitori ( inibitori dell'enzima che converte l'angiotensina ) o bloccanti del recettore dell'angiotensina ( anche noti come sartani ).
Le principali misure di esito erano infarto del miocardio o ictus.
Rispetto agli utilizzatori di diuretici più beta bloccanti, le persone in trattamento con diuretici più bloccanti del canale del calcio hanno mostrato un aumento del rischio di infarto del miocardio ( odds ratio ( OR ) aggiustato 1.98 ) ma non di ictus ( OR=1.02 ).
I rischi di infarto miocardico e ictus negli utilizzatori di diuretici più Ace- inibitori o sartani sono risultati di poco e non-significativamente inferiori rispetto a quelli osservati negli utilizzatori di diuretici più beta-bloccanti ( infarto del miocardio: OR=0.76; ictus: OR=0.71 ).
In conclusione, nei pazienti con ipertensione, diuretici più calcioantagonisti sono risultati associati a un rischio maggiore di infarto del miocardio rispetto agli altri regimi di trattamento basati su due farmaci.
Serve un ampio studio clinico sui trattamenti antipertensivi di seconda linea in pazienti già sottoposti a trattamento con basse dosi di diuretico per ottenere basi solide per produrre raccomandazioni di trattamento. ( Xagena2010 )
Boger-Megiddo I et al, BMJ 2010; 340: c103
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