Le fratture dello stent carotideo non sono associate ad eventi avversi
L'impatto delle fratture dello stent carotideo sull'incidenza di eventi clinici avversi non è ancora ben definito.
È stato riportato il tasso di frattura dello stent e la sua associazione con la ristenosi in-stent e i risultati avversi nello studio ACT-1 ( Carotid Angioplasty and Stenting Versus Endarterectomy in Asymptomatic Subjects Who Are at Standard Risk for Carotid Endarterectomy With Significant Extracranial Carotid Stenotic Disease ).
ACT-1 è uno studio prospettico multicentrico di pazienti con rischio chirurgico standard con grave stenosi asintomatica dell'arteria carotide assegnati in modo casuale a stenting dell'arteria carotidea o endoarteriectomia carotidea ( Abbott Vascular ).
L'endpoint primario era un composito di morte, ictus o infarto del miocardio durante i 30 giorni successivi alla procedura o ictus omolaterale durante i 365 giorni successivi alla procedura.
Dopo aver arruolato 771 pazienti, ai pazienti assegnati successivamente in modo casuale è stato richiesto di sottoporsi a una analisi radiografica annuale a raggi X per la frattura dello stent.
Su 1.021 pazienti trattati con stent carotideo durante un follow-up medio di 3.1 anni, 939 hanno avuto almeno 1 radiografia durante il periodo di follow-up.
La frattura dello stent è stata riportata in 51 pazienti ( 5.4% ).
Con un periodo di follow-up massimo di 5 anni, gli esiti clinici avversi si sono verificati in 39 pazienti con almeno 1 radiografia durante il follow-up.
Su 826 ( 80.9% ) soggetti sottoposti a ecografia duplex e radiografia, 822 ( 99.5% ) avevano risultati interpretabili.
Non è emersa una associazione tra frattura dello stent ed endpoint primario ( P=0.86 ) o ristenosi ( P=0.53 ).
In conclusione, in questo ampio studio multicentrico il tasso di fratture dello stent è risultato basso e non è stato associato a eventi clinici avversi o a ristenosi in-stent. ( Xagena2018 )
Weinberg I et al, Circulation 2018; 137: 49-56
Cardio2018