Scetticismo dei medici sul vaccino contro il papillomavirus Gardasil
Il Financial Times ha pubblicato un’indagine, compiuta da Pharmawire, sul vaccino anti-papillomavirus Gardasil.
Dall’analisi è emerso che esiste scetticismo presso i medici sulla vaccinazione di massa contro il papillomavirus ( HPV ).
Il dubbio riguarda la sicurezza e l’efficacia nel lungo periodo del vaccino.
Gardasil potrebbe anche essere associato a casi fatali ( n=11 ) e a gravi eventi avversi, seppur rari, come sindrome di Guillain-Barre, paralisi di Bell e crisi convulsive.
Il vaccino sembra anche essere associato a formazione di trombi e a problemi cardiaci.
Inoltre, 18 donne in gravidanza su 42, che hanno ricevuto il vaccino, sono incorse in complicanze, da anormalità fetale ad aborto.
Secondo Merck & Co, le morti e gli eventi avversi sarebbero solamente correlati temporalmente alla vaccinazione.
In Europa, 2 ragazze sono morte dopo che erano state vaccinate con Gardasil.
Merck & Co ritiene che l’infezione da papillomavirus rappresenti un evento epidemico, ma questa tesi non è condivisa da molti.
Secondo Abby Lippman, un’epidemiologa della McGill University, l’infezione da papillomavirus non rappresenta un’emergenza.
Il vaccino è poco studiato e non si conoscono né i benefici né le possibili reazioni avverse.
Si teme, e non è un timore infondato, che il vaccino Gardasil, che protegge solo contro quattro ceppi di HPV ( 6,11,16,18 ), possa modificare la storia della malattia.
Infatti esistono 100 sierotipi di papillomavirus, e l’inibizione di alcuni potrebbe provocare l’emergere di altri ceppi oncogenici.
I medici si sono dimostrati anche cauti sull’efficacia di Gardasil.
La riduzione dell’incidenza di tumore della cervice non è dimostrata, e non è corretto asserire che il vaccino previene il tumore della cervice, bensì previene la neoplasia intraepiteliale cervicale, ma l’efficacia sarebbe significativa solo per le lesioni CIN II, che in realtà tendono, in un’ampia percentuale, ad autorisolversi o sono facilmente trattabili. ( Xagena2008 )
Fonte: Financial Times, 2008
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