Infezione da HCV: immunoterapia con cellule dendritiche
I pazienti con infezione da virus dell’epatite C ( HCV ) che non rispondono alla terapia convenzionale a base di Interferone hanno limitate opzioni di trattamento.
Le cellule dendritiche sono fondamentali per l'innesco e lo sviluppo dell’immunità delle cellule T CD4+ e CD8+ antigene-specifiche, necessarie per ottenere un'efficace clearance virale.
Uno studio ha valutato la sicurezza e l'efficacia della vaccinazione con cellule dendritiche autologhe caricate con epitopi delle cellule T citotossiche HCV-specifiche.
E' stato esaminato il potenziale delle cellule dendritiche autologhe derivate da monociti ( MoDC ), che presentavano epitopi di cellule T citotossiche HCV-specifiche HLA-A2.1-ristrette, nell'influenzare il decorso dell'infezione in 6 pazienti che non avevano risposto alla terapia convenzionale.
Le cellule dendritiche sono state caricate e attivate ex vivo con lipopeptidi.
In questo studio di fase 1 di intensificazione della dose, tutti i pazienti hanno ricevuto una dose standard di cellule per via intradermica, mentre pazienti sequenziali hanno ricevuto una dose maggiore per via endovenosa.
Nessun paziente ha mostrato gravi reazioni avverse anche se tutti hanno manifestato effetti collaterali transitori minori.
Le risposte alle cellule T CD8+ HCV-specifiche sono state enumerate in PBMC ( cellule mononucleate del sangue periferico ) da ELIspot per il gamma-interferone.
I pazienti hanno sviluppato risposte de novo, non solo verso i peptidi presentati dal vaccino cellulare, ma anche verso epitopi virali aggiuntivi non-presenti nei lipopeptidi, indicando una diffusione dell'epitopo.
Nonostante questo, non è stato osservato nessun aumento dei livelli di ALT.
Tuttavia, le risposte non sono state sostenute e non hanno influenzato la carica virale, la risposta anticorpale anti-nucleo di HCV e il livello di citochine circolanti.
In conclusione, l'immunoterapia con MoDC autologhe pulsate con lipopeptidi si è dimostrata sicura ma non in grado di generare risposte prolungate o di alterare l'esito dell'infezione.
Sarebbe opportuno considerare regimi di dosaggio o percorsi vaccinali alternativi per ottenere un beneficio terapeutico. ( Xagena2010 )
Gowans EJ et al, J Hepatol 2010; 53: 599-607
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