Il burden di malattia neurologica nei pazienti trattati per HIV/AIDS è predittore di sopravvivenza
La terapia antiretrovirale di combinazione ha migliorato la sopravvivenza nei pazienti con infezione da HIV o AIDS, ma resta incerto il suo impatto sul cambiamento di prevalenza e incidenza di disturbi neurologici con conseguenti effetti sulla mortalità.
Uno studio ha esaminato la prevalenza e l’incidenza di disturbi neurologici in pazienti in terapia attiva per infezione da virus HIV dal 1998 al 2008.
L’hazard ratio ( HR ) per mortalità è stato calcolato con modelli di rischio proporzionale di Cox con aggiustamento per variabili demografiche e cliniche.
Dei 1651 pazienti con infezione da HIV valutati, ne sono stati identificati 404 ( 24.5% ) con uno o più disturbi neurologici, mentre il 41% delle persone affette da AIDS ha mostrato malattia neurologica.
La polineuropatia sensoriale distale sintomatica ( 10.0% ) e il disturbo neurocognitivo associato a HIV ( 6.2% ) hanno rappresentato le patologie con maggiore prevalenza tra 53 disturbi neurologici riconosciuti.
I pazienti con almeno 1 disturbo neurologico hanno mostrato tassi di mortalità più elevati ( 17.6% vs 8.0%, p minore di 0.0001 ), in particolare decessi legati all’AIDS ( 9.7% vs 3.2%, p minore di 0.0001 ), rispetto ai pazienti senza disturbi neurologici.
Il più alto hazard ratio di mortalità è risultato associato a infezioni opportunistiche del sistema nervoso centrale ( HR=5.3 ), seguite da disturbo neurocognitivo associato a HIV ( HR=3.1 ) e dalla presenza di qualsiasi disturbo neurologico ( HR=2 ).
Il rischio di decesso correlato ad AIDS con un disturbo neurologico è risultato più alto del 13.3% per ogni diminuzione di 100 cellule/mm(3) nei livelli di cellule T CD4+ o del 39% per un aumento di 10 volte nella carica virale plasmatica.
In conclusione, il burden e il tipo di disturbo neurologico associati ad HIV si sono modificati nel corso del decennio trascorso e nonostante la disponibilità di terapie di combinazione antiretrovirale, i disturbi neurologici si manifestano frequentemente e sono predittori di un aumento del rischio di morte. ( Xagena2010 )
Vivithanaporn P et al, Neurology 2010; 75: 1150-1158
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