Polatuzumab Vedotin può essere un'efficace terapia di salvataggio o terapia ponte per i linfomi a grandi cellule B
Polatuzumab vedotin ( Polivy ) può rappresentare una opzione come terapia di salvataggio o trattamento ponte verso la terapia CAR-T per i pazienti con linfomi a grandi cellule B recidivati / refrattari ( r/r LBCL ).
I pazienti con linfoma LBCL non-idonei o che non rispondono al trapianto autologo di cellule staminali ( autoHCT ) presentano esiti di malattia non-favorevoli.
La terapia CAR-T è promettente per i pazienti con linfoma LBCL r/r, ma molti pazienti progrediscono prima di poter ricevere il trattamento.
Polatuzumab vedotin è un anticorpo coniugato a farmaco diretto contro CD79b che rilascia in via preferenziale un potente agente antimitotico ( monometil auristatina E o MMAE ) nei linfociti B, determinando l’uccisione dei linfociti B maligni.
La molecola di Polatuzumab vedotin è costituita dalla MMAE legata in modo covalente a un anticorpo monoclonale umanizzato immunoglobulina G1 mediante un linker scindibile.
L’anticorpo monoclonale si lega con elevata affinità e selettività a CD79b, un componente della superficie cellulare dei recettori dei linfociti B. L’espressione di CD79b è limitata alle cellule sane della linea B ( ad eccezione delle plasmacellule ) e ai linfociti B maligni; CD79b risulta espresso in più del 95% dei linfomi diffusi a grandi cellule B. Legandosi a CD79b, Polatuzumab vedotin viene rapidamente internalizzato e il linker viene scisso dalle proteasi lisosomiali per consentire il rilascio intracellulare della MMAE. La MMAE si lega ai microtubuli e annienta le cellule in via di divisione inibendo la divisione cellulare e inducendo l’apoptosi.
Ricercatori hanno analizzato in modo retrospettivo i dati del mondo reale di 105 pazienti con linfoma LBCL r/r che trattati con Polatuzumab vedotin nell'ambito del programma tedesco di uso compassionevole come terapia di salvataggio o terapia ponte.
La maggior parte dei pazienti era stata pesantemente pretrattata con una mediana di 3 linee di trattamento precedenti.
I pazienti nella coorte della terapia ponte erano più giovani dei pazienti nella coorte di salvataggio.
Un totale di 54 pazienti ha ricevuto Polatuzumab vedotin come terapia di salvataggio con il 59.3% trattato con Polatuzumab vedotin più Bendamustina e Rituximab ( Pola-BR ) o un regime chemioterapico alternativo con Polatuzumab vedotin.
Il tasso di risposta globale dei pazienti nella coorte di salvataggio è stato del 48.1%. I pazienti che hanno ricevuto Polatuzumab vedotin più chemioterapia avevano un tasso di risposta globale del 52.9%, che era superiore al tasso dei pazienti che avevano ricevuto Polatuzumab vedotin con Rituximab ( 40%; P = 0.4 ).
La sopravvivenza globale a 6 mesi è stata del 49.6% e a 12 mesi è stata del 12.6% per i pazienti nella coorte di salvataggio.
La sopravvivenza globale mediana è stata pari a 5.4 mesi.
51 pazienti hanno ricevuto Polatuzumab vedotin come trattamento ponte per la terapia con cellule CAR-T o trapianto allogenico HCT.
Il 56.9% ha ricevuto Polatuzumab vedotin più chemioterapia e il 43.1% ha ricevuto Polatuzumab vedotin più Rituximab ( n=19 ) o Polatuzumab vedotin in monoterapia ( n=3 ).
Il 68.3% ( 28/41 ) dei pazienti destinati alla terapia CAR-T ha raggiunto con successo il trattamento con cellule CAR-T. I pazienti che hanno ricevuto la terapia CAR-T dopo Polatuzumab vedotin hanno presentato una sopravvivenza globale a 6 mesi del 77.9% e una sopravvivenza globale a 12 mesi del 58.5%.
10 pazienti nella coorte ponte sono stati destinati al trapianto allogenico HCT ( allo-HCT ), con successo per 5 dopo terapia con Polatuzumab vedotin.
La sopravvivenza globale dell'intera coorte ponte dall'ingresso nello studio è stata del 61.8%.
Un totale di 57 pazienti nello studio sono morti durante il follow-up, più comunemente a causa della progressione della malattia.
Polatuzumab vedotin ha presentato nel corso dello studio un profilo di tossicità moderato.
Nel complesso, i risultati del mondo reale hanno dimostrato che Polatuzumab vedotin può rappresentare una terapia ponte efficace per i pazienti destinati alla terapia CAR-T o al trapianto allo-HCT anche per i pazienti che hanno fallito il trattamento con cellule CAR-T. ( Xagena2021 )
Fonte: Blood Advances, 2021
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