I mucolitici riducono le esacerbazioni , i giorni di malattia e l’impiego degli antibiotici nella bronchite cronica e nella broncopneumopatia cronica ostruttiva
Ricercatori dell’University of Auckland in Nuova Zelanda hanno compiuto una revisione degli studi pubblicati sul ruolo dei farmaci mucolitici nella bronchite cronica e nella broncopneumopatia cronica ostruttiva ( BPCO ) ( Poole PJ , Black PN , BMJ 2001; 322: 1271-1274 ).
Sono stati selezionati studi clinici randomizzati , in doppio cieco , controllati con placebo che hanno impiegato i farmaci mucolitici per os per 2 mesi o più nei pazienti adulti affetti da bronchite cronica o BPCO.
Sono stati esclusi gli studi che hanno contemplato l’uso dei farmaci mucolitici per via inalatoria , di associazioni di mucolitici ed antibiotici o broncodilatatori , della desossiribonucleasi o che hanno coinvolto pazienti con asma o fibrosi cistica.
Ventitrè dei 27 studi clinici hanno incontrato i criteri di selezione. In 21 studi i pazienti erano affetti da bronchite cronica ed in 2 da broncopneumopatia cronica ostruttiva.
Il periodo di osservazione ( follow-up ) è variato da 2 a 24 mesi ( in media 6 mesi ).
I farmaci mucolitici sono risultati più efficaci del placebo nel ridurre le esacerbazioni ( p < 0.001 ) , i giorni di malattia ( p < 0,001 ) ed i giorni in cui venivano somministrati gli antibiotici ( p < 0.001 ).
Nella maggior parte degli studi i pazienti sono stati trattati con Acetilcisteina (Fluimucil ).
Nel commento allo studio Herbert P Wiedemann della Cleveland Clinic Foundation ( Usa ) ha sottolineato la diversità dell’Acetilcisteina rispetto agli altri mucolitici per le sue proprietà antiossidanti , ritenute più importanti della semplice attività mucolitica. ( Xagena 2002 )
Fonte : ACP Journal Club 2002 ; 136 : 54