Stent versus terapia medica aggressiva per stenosi arteriosa intracranica
La stenosi arteriosa intracranica aterosclerotica è un’importante causa di ictus che sempre più frequentemente viene trattata con angioplastica percutanea transluminale ( PTA ) con stent per prevenire la recidiva di ictus.
Tuttavia, questa tecnica non è stata confrontata con il trattamento medico in studi randomizzati.
È stato condotto uno studio nel quale i pazienti con un recente attacco ischemico transitorio ( TIA ) o ictus attribuito a stenosi del 70-99% del diametro dell’arteria intracranica maggiore sono stati assegnati al solo trattamento medico aggressivo o a trattamento medico aggressivo più PTA con stenting con l’utilizzo del sistema di stent Wingspan.
L’ endpoint primario era rappresentato dall’ictus o dal decesso entro 30 giorni dopo l’arruolamento o dopo una procedura di rivascolarizzazione per la lesione qualificante nel corso del periodo di follow-up o ictus nel territorio dell’arteria qualificante oltre i 30 giorni.
L’arruolamento è stato interrotto dopo la randomizzazione di 451 pazienti poiché il tasso a 30 giorni di ictus o mortalità è stato pari al 14.7% nel gruppo PTA con stenting ( ictus non-fatale, 12.5%; ictus fatale, 2.2% ) e 5.8% nel gruppo trattamento medico ( ictus non-fatale, 5.3%; decesso non-legato a ictus, 0.4% ) ( P=0.002 ).
Oltre i 30 giorni, l’ictus nello stesso territorio si è manifestato in 13 pazienti in ciascun gruppo.
Al momento della pubblicazione di questi dati, la durata media del follow-up, ancora in corso, era di 11.9 mesi.
La probabilità di manifestazione di un evento di endpoint primario nel tempo ha mostrato differenze significative nei due gruppi di trattamento ( P=0.009 ), con tassi a 1 anno di endpoint primario del 20.0% nel gruppo PTA con stenting e 12.2% in quello con gestione medica.
In conclusione, nei pazienti con stenosi arteriosa intracranica, il trattamento medico aggressivo è risultato superiore ad angioplastica percutanea transluminale con utilizzo del sistema di stent Wingspan, sia perché il rischio di ictus precoce dopo PTA con stenting è risultato alto, sia perché lo stesso rischio con terapia medica aggressiva è risultato più baso dell’atteso. ( Xagena2011 )
Chimowitz MI et al, N Engl J Med 2011; 365: 993-1003
Neuro2011