L’associazione Sacubitril e Valsartan riduce le riospedalizzazioni a 30 giorni per insufficienza cardiaca
La combinazione di Sacubitril e Valsartan, anche nota come Entresto, ha ridotto del 38% il tasso di riospedalizzazione a 30 giorni per insufficienza cardiaca in un'analisi dei dati dello studio PARADIGM-HF.
Questo dato rappresenta un vantaggio particolarmente significativo per i pazienti con insufficienza cardiaca che assumono Sacubitril / Valsartan anziché Enalapril o altri ACE inibitori.
Negli Stati Uniti i tassi di riammissione in ospedale a 30 giorni rappresentano una misura chiave delle prestazioni per le cure acute e l’assistenza a lungo termine.
Per contribuire a promuovere qualità, cure mirate al paziente e responsabilità, nell’ottobre 2012 i Centers for Medicare & Medicaid Services ( CMS ) hanno lanciato il programma di riduzione delle riammissioni in ospedale. Questo programma permette a Medicare, il sistema di assicurazione sanitaria statunitense, di ridurre i costi da pagare agli ospedali con tassi di riammissioni a 30 giorni relativamente alti.
Entresto trova indicazione nel trattamento dell'insufficienza cardiaca cronica con frazione di eiezione ridotta.
I risultati dello studio PARADIGM-HF hanno mostrato che la combinazione di Sacubitril ( inibitore della neprilisina ) e di Valsartan ( antagonista del recettore dell'angiotensina II ) riduce in modo sostanziale il tasso di mortalità cardiovascolare e delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, rispetto al trattamento standard con ACE inibitore.
In pratica, i dati hanno indicato che i pazienti con insufficienza cardiaca cronica trattati con Sacubitril e Valsartan, rispetto a Enalapril ( Enapren ), hanno una minore probabilità di essere inizialmente ricoverati in ospedale, e, dopo essere stati dimessi, hanno una minore probabilità di tornare in ospedale entro 30 giorni, riducendo così il rischio per i pazienti e un potenziale onere finanziario per il sistema sanitario.
Dalla nuova analisi dello studio PARADIGM-HF è emerso che:
il 44% in meno di pazienti trattati con Sacubitril e Valsartan è stato riospedalizzato per insufficienza cardiaca entro 30 giorni dalla dimissione ospedaliera per insufficienza cardiaca con un tasso di riammissione del 38% inferiore per i pazienti trattati con l’associazione;
il 36% in meno di pazienti è stato riammesso in ospedale per qualsiasi causa, entro 30 giorni dalla dimissione per un ricovero per scompenso cardiaco, con un tasso di riammissione del 26% più basso nel gruppo trattato con Sacubitril e Valsartan.
Lo studio PARADIGM-HF aveva dimostrato la superiorità sia clinica sia statistica dell’associazione Sacubitril e Valsartan rispetto alla terapia standard rappresentata dall’Ace inibitore Enalapril, riducendo il rischio di mortalità cardiovascolare o di ospedalizzazione per insufficienza cardiaca del 20% ( endpoint primario ) nel corso di un periodo osservazionale mediano di 27 mesi.
La combinazione Sacubitril e Valsartan ha anche migliorato la sopravvivenza globale del 16%, rispetto ad Enalapril; il miglioramento era guidato dalla più bassa incidenza di morte cardiovascolare.
Lo studio PARADIGM-HF è stato interrotto prima del suo naturale termine dal Data Monitoring Committee per il raggiungimento dell’endpoint primario da parte dei pazienti assegnati alla combinazione Sacubitril e Valsartan. ( Xagena2015 )
Fonte: American Heart Association ( AHA ) Scientific Sessions, 2015
Cardio2015 Farma2015