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Correlazioni in Medicina



Angioplastica coronarica ed impianto di stent


L’angioplastica, detta anche PTCA (Percutaneous Transluminal Coronary Angioplasty) rappresenta un’efficace terapia per pazienti selezionati, con malattia coronarica.
Nel 70-90% dei casi all’intervento di angioplastica segue l’impianto di stent.

L’angioplastica consiste nell’inserimento nella coronaria che presenta un restringimento (stenosi) di un catetere con all’estremità un palloncino sgonfiato.
Dopo il posizionamento il palloncino viene gonfiato, producendo un allargamento del vaso ed il ritorno del flusso ematico.
Successivamente il palloncino dopo essere stato sgonfiato è rimosso con il catetere.

L’angioplastica è una procedura meno traumatica e meno costosa rispetto al bypass coronarico.
Tuttavia in circa il 10-20% dei casi sottoposti ad angioplastica si assiste dopo 6 mesi dall’intervento al ripresentarsi di una stenosi.
Per prevenire il restringimento si fa ricorso all’impianto di stent.

L’American College of Cardiology el’American Heart Association hanno rivisto nel 2001 le Linee Guida sugli interventi coronarici percutanei (PCI ; Percutaneous Coronary Intervention) (JACC vol 37; N° 8, June 2001), raccomandando l’esecuzione dell’angioplastica in Centri altamente specializzati.

L’angioplastica non dovrebbe rappresentare la terapia di scelta :

- nei pazienti senza stenosi vasale significativa ;
- nei pazienti con grave malattia multivasale (in questo caso è di scelta il ricorso al bypass coronarico);
- nei pazienti con più del 50% di blocco dell’arteria coronarica principale di sinistra , in mancanza di bypass delle altre arterie sul lato sinistro del cuore.

( Xagena2002 )

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