L’uso di Azitromicina non appare associato a decesso per cause cardiovascolari negli adulti giovani e di mezza età
L’uso di Azitromicina ( Zitromax, Zithromax ) è associato a un aumento del rischio di decesso per cause cardiovascolari nei pazienti con alto rischio al basale.
Non è chiaro se Azitromicina conferisca un rischio simile in una popolazione generale non-selezionata.
È stato condotto uno studio nazionale su una coorte storica che ha coinvolto adulti danesi ( età compresa tra 18 e 64 anni ), legando tra di loro i dati dei registri sulle prescrizioni, le cause di decesso e le caratteristiche dei pazienti per il periodo 1997-2010.
Sono stati stimati i rate ratio per il decesso per cause cardiovascolari, confrontando 1.102.050 episodi di uso di Azitromicina con l’assenza di uso di agenti antibiotici ( in rapporto 1:1 in base al propensity score, per un totale di 2.204.100 episodi ) e confrontando 1.102.419 episodi di uso di Azitromicina con 7.364.292 episodi di uso di Penicillina V ( un antibiotico con indicazioni simili; le analisi sono state condotte con aggiustamenti per propensity score ).
Il rischio di decesso per cause cardiovascolari è aumentato significativamente con l’uso corrente di Azitromicina ( definito come un episodio di trattamento di 5 giorni ), rispetto all’assenza di utilizzo di antibiotici ( rate ratio, 2.85 ).
Le analisi relative a un comparatore antibiotico hanno incluso 17 decessi per cause cardiovascolari durante l’uso corrente di Azitromicina ( tasso crudo, 1.1 per 1000 anni-persona ) e 146 durante il corrente uso di Penicillina V ( tasso crudo, 1.5 per 1000 anni-persona ).
Con aggiustamenti per propensity score, l’uso corrente di Azitromicina non è risultato associato a un aumento del rischio di decesso cardiovascolare, rispetto a Penicillina V ( rate ratio, 0.93 ).
La differenza assoluta aggiustata nel rischio per uso corrente di Azitromicina, rispetto a Penicillina V, è stata -1 decessi cardiovascolari per 1 milione di episodi di trattamento.
In conclusione, l’uso di Azitromicina non è risultato associato a un aumento del rischio di decesso per cause cardiovascolari in una popolazione generale di adulti giovani e di mezza-età. ( Xagena2013 )
Svanström H et al, N Engl J Med 2013; 368: 1704-1712
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