Denosumab nei pazienti con ipercalcemia neoplastica persistente o recidivata, nonostante recente trattamento con i bifosfonati
L’ipercalcemia neoplastica, causata principalmente da riassorbimento osseo indotto dal tumore, può portare a insufficienza renale, coma e morte.
Sebbene la ipercalcemia neoplastica possa essere trattata con i bifosfonati per via endovenosa, i pazienti possono non-rispondere o andare incontro a recidiva.
Denosumab ( Xgeva ) si lega al mediatore del riassorbimento osseo RANKL ( ligando di RANK ).
Nello studio a braccio singolo, in aperto proof- of-concept, i pazienti con ipercalcemia neoplastica con livelli di calcemia corretti in base all’albumina ( CSC ) maggiori di 12.5 mg/dL ( CTCAE [ Common Terminology Criteria for Adverse Events ] di grado uguale o superiore a 3 ), nonostante il recente trattamento per via endovenosa con i bifosfonati hanno ricevuto Denosumab per via sottocutanea nei giorni 1, 8, 15, e 29, e poi ogni 4 settimane.
L'endpoint primario era la percentuale di pazienti con livelli di calcemia corretta di 11.5 mg/dL o valore inferiore ( di grado inferiore o uguale a 1 ), entro 10 giorni dall'inizio del trattamento con Denosumab.
In un'analisi ad interim pre-specificata, 15 pazienti hanno ricevuto Denosumab ( livelli mediani di calcemia corretti: 13.6 mg/dL ).
Al giorno 10, 12 pazienti ( 80% ) ha risposto ( calcemia corretta inferiore o uguale a 11.5 mg/dL ); la durata mediana della risposta è stata di 26 giorni.
Dieci pazienti ( 67 % ) hanno presentato risposte complete ( calcemia corretta inferiore o uguale a 10.8 mg/dL ) al giorno 10.
Dallo studio è emerso che Denosumab potrebbe offrire una nuova opzione di trattamento per la ipercalcemia neoplastica. ( Xagena2013 )
Hu MI et al, J Natl Cancer Inst 2013; 105: 1417-1420
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