Mavacamten nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica sottoposti a riduzione del setto: studio VALOR-HCM
Esiste un bisogno insoddisfatto di nuove terapie mediche prima di raccomandare terapie invasive per i pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva ( HCM ) gravemente sintomatica.
È stato dimostrato che Mavacamten ( Camzyos ) migliora il gradiente del tratto di efflusso del ventricolo sinistro ( LVOT ) e i sintomi e può quindi ridurre la necessità a breve termine di terapia di riduzione del setto ( SRT ).
È stato esaminato l'effetto cumulativo a lungo termine di Mavacamten sulla necessità di terapia di riduzione del setto fino alla settimana 56 in uno studio clinico multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, con crossover con placebo a 16 settimane, condotto nel periodo 2020-2022.
I partecipanti sono stati reclutati da 19 Centri per cardiomiopatia ipertrofica statunitensi. Nello studio sono stati inclusi pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva ( classe NYHA III/IV ) sottoposti a terapia di riduzione del setto.
I dati dello studio sono stati analizzati nel 2023.
I pazienti inizialmente assegnati a Mavacamten al basale hanno continuato ad assumere il farmaco per 56 settimane, mentre i pazienti che assumevano placebo sono passati a Mavacamten dalla settimana 16 alla settimana 56 ( esposizione per 40 settimane ).
Le titolazioni della dose sono state eseguite utilizzando le misurazioni ecocardiografiche del gradiente del tratto di efflusso del ventricolo sinistro e della frazione di eiezione del ventricolo sinistro ( FEVS ).
L’esito principale era la proporzione di pazienti sottoposti a terapia di riduzione del setto, che rimanevano idonei alle linee guida o in stato di terapia di riduzione del setto non-valutabile alla settimana 56.
Dei 112 pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva altamente sintomatica, 108 ( età media, 60.3 anni; 54 maschi, 50.0% ) si sono qualificati per la valutazione alla settimana 56.
Alla settimana 56, 5 pazienti su 56 ( 8.9% ) nel gruppo originale Mavacamten ( 3 sono stati sottoposti a terapia di riduzione del setto, 1 era idoneo alla terapia di riduzione del setto e 1 non era valutabile per terapia di riduzione del setto ) e 10 pazienti su 52 ( 19.2% ) nel gruppo crossover con placebo ( 3 sono stati sottoposti a terapia di riduzione del setto, 4 erano idonei alla terapia di riduzione del setto e 3 non erano valutabili per la terapia di riduzione del setto ) hanno raggiunto l’endpoint composito.
In totale 96 pazienti su 108 ( 89% ) hanno continuato il trattamento a lungo termine.
Tra i gruppi Mavacamten e placebo-Mavacamten, rispettivamente, dopo 56 settimane, si è verificata una riduzione sostenuta del gradiente del tratto di efflusso del ventricolo sinistro a riposo ( differenza media, -34.0 mm Hg e -33.2 mm Hg ) e del gradiente del tratto di efflusso del ventricolo sinistro dopo manovra di Valsalva ( differenza media, -45.6 mm Hg e -54.6 mm Hg ).
Allo stesso modo, si è verificato un miglioramento nella classe NYHA pari o superiore a 1 in 51 pazienti su 55 ( 93% ) nel gruppo originale Mavacamten e in 37 pazienti su 51 ( 73% ) nel gruppo crossover con placebo.
Complessivamente, 12 pazienti su 108 ( 11.1% ), che rappresentano 7 pazienti su 56 ( 12.5% ) nel gruppo originale Mavacamten e 5 pazienti su 52 ( 9.6% ) nel gruppo crossover con placebo , avevano una frazione di eiezione del ventricolo sinistro inferiore al 50% ( 2 con frazione di eiezione del ventricolo sinistro inferiore o uguale al 30%, uno dei quali è deceduto ) e 9 pazienti su 12 ( 75% ) hanno continuato il trattamento.
I risultati di questo studio clinico randomizzato hanno dimostrato che nei pazienti con cardiomiopatia ipertrofica ostruttiva sintomatica ostruttiva, Mavacamten ha ridotto la necessità di terapia di riduzione del setto alla settimana 56, con miglioramenti sostenuti nei gradienti del tratto di efflusso del ventricolo sinistro e nei sintomi.
Sebbene questa rappresenti un’utile opzione terapeutica, dato il potenziale rischio di disfunzione sistolica del ventricolo sinistro, esiste la necessità continua di un attento monitoraggio. ( Xagena2023 )
Desai MY et al, JAMA Cardiol 2023; 8: 968-977
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