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Correlazioni in Medicina



Cediranib migliora la sopravvivenza nelle donne con carcinoma ovarico ricorrente


Le donne con recidiva di tumore ovarico dopo la chemioterapia sono sopravvissute più a lungo dopo il trattamento con Cediranib, una terapia biologica.
Cediranib, che viene assunto per bocca, è un inibitore di un via di segnalazione cellulare coinvolta nella formazione di vasi sanguigni a livello tumorale, ed è il primo inibitore orale del suo genere a mostrare un miglioramento del tempo prima della progressione della malattia e della sopravvivenza globale.
Cediranib è un inibitore della tirosina-chinasi, e agisce bloccando i recettori del fattore di crescita dell’endotelio vascolare ( VEGF ), che controllano lo sviluppo dei vasi sanguigni necessari per la crescita dei tumori.

I primi risultati di ICON6, uno studio randomizzato in doppio cieco di fase III, hanno mostrato, nelle donne il cui tumore ovarico era stato trattato con chemioterapia a base di Platino e con Cediranib somministrato durante e dopo la chemioterapia, una estensione, in media, di 3.2 mesi prima che della ri-crescita del tumore.
L’incremento rappresenta un miglioramento di circa il 30%; la sopravvivenza globale è aumentata in media di 2.7 mesi nel corso di un periodo di due anni di follow-up.

Studi con la sola chemioterapia hanno mostrato che il tempo prima che i pazienti vadano incontro a progressione della malattia dopo trattamento per una recidiva che è sensibile alla chemioterapia a base di Platino è in media di 8 o 9 mesi.
I risultati dello studio ICON6 hanno mostrato che Cediranib in aggiunta alla chemioterapia aumenta il tempo prima della progressione della malattia da 9.4 a 12.6 mesi nell’arco di due anni, ed estende la sopravvivenza globale da 17.6 a 20.3 mesi.

Cediranib è il primo inibitore della tirosin-chinasi orale di VEGF che ha dimostrato di ritardare la progressione del tumore e di migliorare la sopravvivenza globale nel carcinoma ovarico recidivante.

Nella maggior parte dei pazienti Cediranib è risultato ben tollerato. I più comuni effetti collaterali sono stati: ipertensione, diarrea e senso di affaticamento.

Sono stati arruolati nello studio 456 pazienti il cui tumore ovarico aveva recidivato; i pazienti provenivano da 63 Centri del Regno Unito, Canada, Australia e Spagna.
I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere chemioterapia a base di Platino con un placebo, oppure 20 mg al giorno di Cediranib durante la chemioterapia e in seguito placebo per 18 mesi, oppure 20 mg al giorno di Cediranib durante la chemioterapia e in seguito Cediranib come trattamento di mantenimento. ( Xagena2013 )

Fonte: European Congress Cancer, 2013

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