Danno neurologico dopo chirurgia cardiaca neonatale
La cardiochirurgia neonatale complessa è associata a danno cerebrale. In particolare, la riparazione dell'arco aortico, che richiede sia arresto circolatorio in ipotermia profonda ( DHCA ) o perfusione cerebrale anterograda ( ACP ), comporta un elevato rischio di danni perioperatori.
Non è noto se la perfusione cerebrale anterograda risulti in danni cerebrali inferiori rispetto all’arresto circolatorio in ipotermia profonda.
37 neonati con un’ostruzione dell’arco aortico destinati a riparazione univentricolare o biventricolare sono stati randomizzati ad arresto circolatorio ipotermico profondo o perfusione cerebrale anterograda.
La risonanza magnetica è stata eseguita in 36 pazienti ( 1 paziente è morto durante la degenza in ospedale ) in fase pre-operatoria e 1 settimana dopo l'intervento chirurgico, per segnalare la presenza di un nuovo danno cerebrale post-operatorio.
Dopo il 36.mo paziente, è stato chiaro che non vi era alcuna differenza tra arresto circolatorio ipotermico profondo e perfusione cerebrale anterograda in termini di nuove lesioni cerebrali.
In fase pre-operatoria, il 50% dei pazienti aveva evidenza di danno cerebrale.
Dopo l'intervento, 14 pazienti su 18 trattati con arresto circolatorio in ipotermia profonda ( 78% ) hanno avuto una nuova lesione contro 13 pazienti su 18 trattati con perfusione cerebrale anterograda ( 72% ) ( P=0.66 ).
La lesione della sostanza bianca era il tipo più comune di lesione in entrambi i gruppi, ma gli infarti centrali si sono verificati esclusivamente dopo perfusione cerebrale anterograda ( 0 vs 6/18, 33%; P=0.02 ).
Sono stati valutati gli esiti motori precoci e cognitivi a 24 mesi e sono risultati simili nei due gruppi ( P=0.28 e P=0.25, rispettivamente ).
Ulteriori analisi hanno rivelato una inferiore pCO2 ( pressione parziale di anidride carbonica ) post-operatoria arteriosa come fattore di rischio per nuove lesioni della sostanza bianca ( P=0.04 ).
In conclusione, in questo gruppo di neonati sottoposti a chirurgia cardiaca complessa, non è stato possibile dimostrare una differenza nell'incidenza di danno cerebrale perioperatorio dopo la perfusione cerebrale anterograda rispetto all’arresto circolatorio in ipotermia profonda.
Entrambe le tecniche hanno determinato una elevata incidenza di nuove lesioni della materia bianca, con infarti centrali che si sono verificati esclusivamente dopo la perfusione cerebrale anterograda. ( Xagena2014 )
Algra SO et al, Circulation 2014; 129: 224-233
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