Indice di massa corporea e mortalità tra gli adulti sottoposti a chirurgia cardiaca
In un apparente paradosso, morbilità e mortalità sono inferiori nei pazienti obesi sottoposti a intervento cardiochirurgico, sebbene la natura di questa associazione non sia chiara.
Si è cercato di determinare se il paradosso dell'obesità osservato in cardiochirurgia sia attribuibile a epidemiologia inversa, errori o confondimenti.
Sono stati estratti i dati del Registro National Adult Cardiac Surgery per tutte le procedure chirurgiche cardiache eseguite tra il 2002 e il 2013.
È stata anche compiuta una revisione sistematica e una meta-analisi.
L'esposizione di interesse era l’indice di massa corporea ( BMI ) suddiviso in 6 gruppi secondo la classificazione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità ( OMS ).
In totale 401.227 pazienti adulti nello studio di coorte e 557.720 pazienti nella revisione sistematica sono stati inclusi.
Una associazione a forma di U tra mortalità e classi di indice di massa corporea è stata osservata in entrambi gli studi, con una mortalità inferiore nei pazienti sovrappeso ( odds ratio, OR=0.79 ) e obesi di classe I e II ( OR=0.81 e OR=0.83 ), relativamente ai pazienti normopeso e con una maggiore mortalità negli individui sottopeso ( OR=1.51 ).
Nello studio di coorte, una relazione a forma di U è stata osservata per ictus e sindrome di bassa gittata cardiaca, ma non per la terapia di sostituzione renale o infezione di ferita sternale profonda.
In opposizione alle ipotesi di epidemiologia inversa, gli effetti protettivi dell’obesità sono stati minori nei pazienti con grave malattia renale cronica, polmonare o cardiaca e maggiori nei pazienti anziani e in quelli con complicazioni di obesità, tra cui sindrome metabolica e aterosclerosi.
Rettifiche per importanti fattori confondenti non hanno alterato i risultati.
In conclusione, l'obesità è associata a un rischio inferiore dopo chirurgia cardiaca, con effetti consistenti notati in più analisi che tentano di affrontare il confondimento residuo e un nesso di causalità inversa. ( Xagena2017 )
Mariscalco G et al, Circulation 2017; 135: 850-863
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