Il sonno prolungato può predire il rischio di demenza nell’arco di 10 anni
La durata auto-riferita del sonno può rappresentare un utile strumento clinico per aiutare a prevedere le persone a rischio di progressione verso la demenza clinica entro 10 anni.
Secondo i ricercatori della Boston University School of Medicine ( Stati Uniti ), le persone con un sonno prolungato dovrebbero essere sottoposte a valutazione e a monitoraggio per problemi correlati al pensiero e alla memoria.
Per valutare le associazioni tra la durata del sonno e il rischio di demenza e invecchiamento cerebrale, sono state prese in esame le ore totali di sonno auto-riportate nel Framingham Heart Study ( n=2.457 ).
Durante i 10 anni di follow-up, 234 partecipanti hanno sviluppato demenza.
Le analisi multivariate hanno indicato che la durata del sonno prolungato era associata a un aumentato rischio di demenza incidente ( hazard ratio, HR=2.01; IC 95%, 1.24-3.26 ).
Questa associazione è risultata maggiore per gli individui con lieve deterioramento cognitivo al basale ( HR=2.83; IC 95%, 1.06-7.55 ) e con minore istruzione ( HR=6.05; IC 95%, 3-12.18 ).
Il dormire più di 9 ore su una media di 13 anni è risultato associato a un aumento del rischio di demenza ( HR=2.43; IC 95%, 1.44-4.11 ) e di malattia di Alzheimer ( HR=2.2; IC 95%, 1.17-4.13 ).
Rispetto al dormire per 6-9 ore, la lunga durata del sonno era associata a un volume del cervello più ridotto e a più scarsa funzione esecutiva.
I partecipanti senza un diploma di scuola superiore che dormivano per più di 9 ore ogni notte avevano un rischio 6 volte maggiore di sviluppare demenza nell’arco di 10 anni, rispetto ai soggetti con una durata del sonno inferiore.
Da questi dati emerge che la maggiore istruzione può proteggere contro la demenza in presenza di una lunga durata del sonno. ( Xagena )
Fonte: Neurology, 2017
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