Il Denosumab aumenta la densità minerale ossea nelle donne in postmenopausa
L’anticorpo monoclonale Denosumab ( Prolia ), precedentemente noto come AMG 162, ha mostrato, in uno studio clinico della durata di 2 anni, di aumentare la densità minerale ossea a livello lombare, dell’anca, del terzo distale del radio, oltre che nell’intero corpo rispetto al placebo.
Lo studio comprendeva anche un braccio in aperto con Alendronato ( Fosamax ).
Il Denosumab, somministrato al dosaggio di 60mg, ha prodotto un incremento della densità minerale ossea del 7.4% nelle donne alle quali è stata somministrata la terapia due volte l’anno, contro il 6.2% dell’Alendronato 70mg a somministrazione settimanale.
Denosumab è un anticorpo monoclonale diretto contro il ligando di RANK, una proteina che agisce come segnale primario nel promuovere la rimozione ossea.
In molte condizioni di perdita ossea, il ligando RANK sopraffa la difesa naturale dell’organismo contro la distruzione dell’osso.
Modelli preclinici hanno dimostrato che l’inibizione del ligando RANK porta ad un significativo miglioramento nella densità ossea corticale e trasecolare.
Iniezioni di Denosumab 60mg, due volte l’anno, hanno incrementato la densità minerale ossea totale dell’anca del 5.1% dopo 24 mesi.
L’Alendronato 70mg, a somministrazione settimanale, ha prodotto un aumento del 3.4% durante lo stesso periodo.
Denosumab, a tutti i dosaggi e agli intervalli di dosaggio studiati, ha aumentato la densità minerale ossea totale dell’anca dal 2.8% al 5.1%, mentre la densità minerale ossea del terzo distale del radio è aumentata da 0.6% a 2.5% e la densità minerale ossea totale del corpo è aumentata dallo 0.9% al 4.5%.
Il presentarsi di eventi avversi è risultato simile tra Denosumab, placebo ed Alendronato.( Xagena2006 )
Fonte: The New England Journal of Medicine, 2006
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