Erlotinib più concomitante radioterapia panencefalica per pazienti con metastasi cerebrali da tumore al polmone non-a-piccole cellule
Le metastasi cerebrali sono una delle principali cause di decesso da carcinoma polmonare non-a-piccole cellule.
Pensando al fatto che l’attivazione del recettore del fattore di crescita del epidermide ( EGFR ) contribuisce alla resistenza alla radiazione, è stato condotto uno studio di fase II sull’inibitore di EGFR Erlotinib ( Tarceva ) con radioterapia panencefalica nel tentativo di aumentare la sopravvivenza nei pazienti con metastasi cerebrali da tumore polmonare non-a-piccole cellule.
Endpoint aggiuntivi erano la risposta radiologica e la sicurezza.
I pazienti eleggibili avevano metastasi cerebrali da cancro polmonare non a piccole cellule, indipendentemente dallo status di EGFR.
Erlotinib è stato somministrato alla dose di 150 mg per via orale una volta al giorno per 1 settimana, e poi in modo concomitante con radioterapia pancerebrale ( 2.5 Gy al giorno 5 giorni a settimana, fino a 35 Gy ), seguito da mantenimento.
Lo status di mutazione di EGFR è stato valutato con sequenziamento del DNA in una struttura accreditata.
Nello studio, 40 pazienti sono stati arruolati e hanno completato il trattamento con Erlotinib più radioterapia panencefalica ( età mediana, 59 anni ).
Il tasso di risposta generale è stato 86% ( n=36 ).
Non è stato osservato un aumento della neurotossicità e nessun paziente è andato incontro a tossicità di grado uguale o superiore a 4, ma per 3 pazienti è stata necessaria una riduzione della dose per rash di grado 3.
Al follow-up mediano di 28.5 mesi ( per i pazienti in vita ), il tempo mediano di sopravvivenza è stato di 11.8 mesi.
Dei 17 pazienti con status di EGFR noto, il tempo di sopravvivenza mediano è stato di 9.3 mesi per i soggetti con EGFR wild-type e di 19.1 mesi per quelli con mutazioni nel gene EGFR.
In conclusione, Erlotinib è risultato ben tollerato in combinazione con radioterapia panencefalica, con un tasso favorevole di risposta oggettiva.
Il tasso superiore all’atteso di mutazioni in EGFR in questi pazienti non-selezionati aumenta la possibilità che tumori con EGFR mutato siano soggetti a disseminazione cerebrale. ( Xagena2013 )
Welsh JW et al, J Clin Oncol 2013; 31: 895-902
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