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Glicopirrolato, efficace nella scialorrea dei pazienti con malattia di Parkinson


La scialorrea colpisce circa il 75% dei pazienti con malattia di Parkinson ed è spesso trattata con anticolinergici, ma gli effetti collaterali sul sistema nervoso centrale ne limitano l'utilità.

Il Glicopirrolato è un farmaco anticolinergico con una struttura di ammonio quaternario che non è in grado di attraversare la barriera emato-encefalica in grandi quantità e di conseguenza tale farmaco ha effetti collaterali minimi a livello del sistema nervoso centrale, caratteristica che potrebbe rappresentare un vantaggio in pazienti con malattia di Parkinson che sono già andati incontro a un decadimento cognitivo in una proporzione significativa.

Uno studio randomizzato, in doppio cieco, placebo-controllato e crossover della durata di 4 settimane ha determinato l’efficacia e la sicurezza del Glicopirrolato nel trattamento della scialorrea in pazienti con malattia di Parkinson.

Nello studio è stato utilizzato Glicopirrolato alla dose di 1 mg, 3 volte al giorno, in 23 pazienti con malattia di Parkinson.

La gravità della scialorrea è stata determinata su base giornaliera dai pazienti o da chi si occupava di loro su una scala da 1 ( assenza di scialorrea ) a 9 ( scialorrea profusa ).

Il punteggio medio di scialorrea è migliorato da 4.6 con placebo a 3.8 con Glicopirrolato ( p=0.011 ).

Nove pazienti ( 39.1% ) trattati con Glicopirrolato hanno mostrato un miglioramento clinicamente rilevante di almeno il 30% vs 1 paziente ( 4.3% ) del gruppo placebo ( p=0.021 ).

Non sono state osservate differenze significative negli eventi avversi tra i due trattamenti.

In conclusione, la terapia con Glicopirrolato per via orale alla dose di 1 mg, 3 volte al giorno, è efficace e sicura per la scialorrea nella malattia di Parkinson e i risultati hanno dimostrato che questo farmaco è più efficace del placebo nel ridurre la scialorrea in pazienti con la malattia di Parkinson nel corso di un periodo di studio di 4 settimane. ( Xagena2010 )

Arbouw ME et al, Neurology 2010; 74: 1203-1207


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