Patologie fetali e della gravidanza: epatiti virali
Le epatiti A, B, C e D sono infezioni virali a carattere sistemico prevalentemente a tropismo epatico.
Epatite A
L’agente eziologico dell’epatite A è un virus a RNA trasmesso per via oro-fecale attraverso cibi contaminati, mentre riveste minore importanza la trasmissione per via sessuale.
L’epatite A è un’epatite benigna della durata di 15 giorni circa, solo eccezionalmente mortale.
Dal punto di vista clinico è caratterizzata da febbricola, malessere generale, fotofobia, tosse, ma soprattutto ittero.
L’eliminazione del virus avviene per via fecale; comincia dal periodo di incubazione e si protrae fino a dopo una settimana dall’inizio delle manifestazioni cliniche.
L’infezione non influisce sulla gravidanza, e viceversa.
E’ disponibile un vaccino contro l’epatite A che garantisce immunità per 10 anni, ma in gravidanza ne è consigliato l’uso solo in casi particolari.
Epatite B
L’agente eziologico dell’epatite B è un virus a DNA trasmesso attraverso il sangue, la saliva, le secrezioni vaginali e spermatiche.
Il contagio determina nell’80-90% dei casi un’epatite acuta con guarigione successiva e sviluppo di anticorpi con protezione permanente; nei restanti casi può provocare un’epatite cronica, mentre è rarissima la forma fulminante con morte del paziente.
La trasmissione verticale dell’infezione può avvenire per via transplacentare, al momento del parto attraverso il sangue o le secrezioni vaginali, o dopo la nascita, in correlazione con la presenza di HbsAg ( Hepatitis B surface Antigen, antigene di superficie dell’epatite B ) e HbeAg ( Hepatitis B e Antigen, antigene e dell'epatite B ) materni.
Le donne gravide in cui sono presenti entrambi questi antigeni trasmetteranno la malattia ai neonati nel 90% dei casi, mentre se è presente soltanto l’antigene HbsAg il rischio di trasmissione si riduce fino al 10-15%.
La dimostrazione dell’avvenuto contagio materno-fetale si effettua attraverso la ricerca di HbsAg sul cordone ombelicale.
La maggior parte dei neonati si presenta sieronegativa alla nascita, e per questo motivo i controlli devono essere estesi fino ai 6 mesi di vita.
Il trattamento nei neonati prevede la somministrazione di immunoglobuline e vaccino entro 12 ore dalla nascita.
Epatite C
L’agente eziologico dell’epatite C è un virus a RNA che si trasmette per contatto con sangue ed emoderivati infetti, e per via sessuale attraverso le secrezioni vaginali e lo sperma.
La malattia evolve spesso in cirrosi e costringe al trapianto di fegato.
Il rischio di trasmissione perinatale è legato proporzionalmente al titolo virale materno, e l’infezione contemporanea con virus HIV accelera la progressione dell’epatite e aumenta il rischio di infezione perinatale.
La diagnosi di infezione nel neonato si effettua attraverso il riscontro nel sangue del virus a distanza di almeno 3 mesi dalla nascita.
Epatite D
L’epatite D è trasmessa da un virus a RNA che necessita della contemporanea presenza del virus dell’epatite B per replicarsi ed esprimersi.
L’epatite D è presente nel 40-60% dei casi di epatite B fulminante, e ne sono state descritte sia forme acute che croniche, sempre in presenza di epatite di tipo B.
La trasmissione materno-fetale è possibile attraverso il contatto con sangue ed emoderivati. ( Xagena2010 )
Gyne2010