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Correlazioni in Medicina



La Liraglutide, un agonista GLP-1, non migliora la stabilità clinica post-ospedalizzazione nei pazienti con scompenso cardiaco avanzato


L’agonista GLP-1 Liraglutide ( Victoza ) non ha migliorato la stabilità clinica a 6 mesi in 300 pazienti con insufficienza cardiaca avanzata e frazione di eiezione ridotta nello studio FIGHT ( Functional Impact of GLP-1 for Heart Failure Treatment ).

I pazienti erano stati randomizzati a ricevere iniezioni sottocutanee quotidiane del farmaco antidiabetico Liraglutide oppure placebo dopo che erano stati ricoverati in ospedale per insufficienza cardiaca acuta.

Non ci sono state differenze significative nei principali esiti a 6 mesi: il 12% dei pazienti nel gruppo Liraglutide versus l’11% dei pazienti nel gruppo placebo è morto, e il 34% dei pazienti nel gruppo di trattamento vs 28% dei pazienti nel gruppo placebo sono andati incontro a riospedalizzazione per scompenso cardiaco.

Gli agonisti GLP-1, come la Liraglutide, non appaiono migliorare la stabilità clinica post-ospedalizzazione nei pazienti con scompenso cardiaco avanzato.
Tuttavia, questi risultati non escludono la possibilità di effetti benefici degli agonisti GLP-1 nei pazienti con precedenti fasi di insufficienza cardiaca.

Nel sottogruppo di pazienti con diabete mellito, la Liraglutide ha ridotto il peso corporeo e ha migliorato il controllo glicemico.

I risultati suggeriscono che la Liraglutide non deve essere utilizzata nei pazienti con scompenso cardiaco che non hanno il diabete, e nei diabetici, la Liraglutide non deve essere impiegata in pazienti con insufficienza cardiaca avanzata allo scopo di migliorare gli esiti dello scompenso cardiaco,

Uno studio pilota di piccole dimensioni, che aveva coinvolto 12 pazienti con scompenso cardiaco avanzato sottoposti a 5 settimane di terapia tra cui una infusione continua di GLP-1 ricombinante, aveva mostrato un miglioramento della frazione di eiezione del ventricolo sinistro ( FEVS ), dell’esercizio fisico, e della qualità di vita rispetto ai controlli storici.

Sulla base di questi dati era stato ipotizzato che i pazienti che erano stati ospedalizzati con scompenso cardiaco acuto e poi avevano ricevuto la terapia con Liraglutide al momento della dimissione dall'ospedale avrebbero avuto una migliore sopravvivenza e meno riospedalizzazione 6 mesi più tardi.

Lo studio FIGHT ha arruolato 63 donne e 277 uomini con insufficienza cardiaca che erano stati ospedalizzati per scompenso cardiaco acuto, avevano una frazione di eiezione del ventricolo sinistro inferiore o uguale al 40%.

I pazienti avevano un'età media di 60 anni, e il 22% era di sesso femminile; in media, questi pazienti avevano avuto diagnosi di insufficienza cardiaca 8 anni prima, e quasi il 90% era stato ricoverato in ospedale per scompenso cardiaco, almeno una volta nell'anno che ha preceduto l’ospedalizzazione. Il 60% soffriva di diabete mellito di tipo 2.
I pazienti avevano un indice medio di massa corporea ( BMI ) superiore a 32, e la maggior parte era in classe NYHA 3 ( 66% ) o in classe 2 ( 30% ).

Nonostante la terapia, il livello medio di NT-proBNP ( frammento terminale del peptide natriuretico di tipo pro-B ) era di 3800 e la FEVS media era del 26%.

I pazienti sono stati assegnati in maniera casuale a placebo ( n=146 ) oppure a Liraglutide ( n=154 ).

Non è stata riscontrata alcuna differenza significativa nel global rank score ( dove un punteggio di 150 indica nessun effetto del trattamento e un punteggio più alto indica una risposta più favorevole ): i pazienti nel gruppo placebo avevano un punteggio di 155 e i pazienti nel gruppo Liraglutide avevano un punteggio di 146 ( P=0.309 ).

Rispetto ai pazienti che avevano ricevuto placebo, l'hazard ratio ( HR ) per l'esito composito di morte o riospedalizzazione per scompenso cardiaco nei pazienti che erano stati trattati con Liraglutide è stato pari a 1.3 ( p=0.142 ).

La maggior parte degli endpoint secondari sono risultati simili tra placebo e Liraglutide.

Il cambiamento dei livelli di cistatina C è risultato significativamente maggiore nei soggetti trattati con Liraglutide, indicando che questi pazienti hanno presentato un lieve peggioramento della funzione renale.

I pazienti diabetici trattati con Liraglutide hanno perso 5 chili ed i loro livelli di HbA1c sono diminuiti, rispetto ai pazienti diabetici che avevano ricevuto placebo.
Questi cambiamenti non sono stati osservati con i pazienti non-diabetici. ( Xagena2015 )

Fonte: American Heart Association ( AHA ) Scientific Sessions, 2015

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