L’iperomocisteinemia sembra essere un fattore di rischio indipendente di insufficienza cardiaca
Diversi studi clinici hanno dimostrato che elevati livelli di omocisteina sono associati ad un aumento del rischio di malattia vascolare.
Non esistono invece evidenze di un’associazione tra livelli di omocisteina e scompenso cardiaco.
Negli USA è stato compiuto uno studio di comunità, prospettico, nel tentativo di chiarire la relazione tra livelli di omocisteina ed incidenza di insufficienza cardiaca congestizia.
Hanno preso parte allo studio 2.491 soggetti ( di cui 1.547 donne ) d’età media 72 anni, che avevano partecipato al Framingham Heart Study durante il periodo 1979-1982 e 1986-1990.
Questi soggetti al momento dell’arruolamento non avevano insufficienza cardiaca o un pregresso infarto miocardico.
Il periodo di osservazione (follow-up) è stato di 8 anni.
Durante questo periodo, 156 soggetti, di cui 88 donne, hanno sviluppato insufficienza cardiaca congestizia.
All’analisi multivariata , l’hazard ratio (rapporto di rischio) per l’insufficienza cardiaca in presenza di alti livelli plasmatici di omocisteina è stato di 1,93 nelle donne e di 1,84 negli uomini.
Da questo studio emerge che l’iperomocisteinemia sembrerebbe essere un fattore di rischio indipendente di insufficienza cardiaca congestizia nelle persone adulte senza un precedente infarto miocardico.
Poiché questo è il primo studio che dimostra questa relazione , gli Autori sottolineano la necessità di ulteriori dati per confermare queste conclusioni. ( Xagena 2003 )
Vasan R S et al, Jama 2003; 289:1251-1257