Elotuzumab più Pomalidomide e Desametasone per il mieloma multiplo
L'anticorpo monoclonale immunostimolante Elotuzumab ( Empliciti ) più Lenalidomide ( Revlimid ) e Desametasone si è dimostrato efficace nei pazienti con mieloma multiplo recidivante o refrattario.
L'agente immunomodulatore Pomalidomide ( Imnovid ) più Desametasone si è dimostrato efficace nei pazienti con mieloma multiplo refrattario alla Lenalidomide e a un inibitore del proteasoma.
I pazienti con mieloma multiplo refrattario o recidivato e refrattario alla Lenalidomide e a un inibitore del proteasoma sono stati assegnati in modo casuale a ricevere Elotuzumab più Pomalidomide e Desametasone ( gruppo Elotuzumab ) o Pomalidomide e Desametasone da soli ( gruppo di controllo ).
L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione.
In totale 117 pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo Elotuzumab ( 60 pazienti ) o al gruppo di controllo ( 57 pazienti ).
Dopo un periodo di follow-up minimo di 9.1 mesi, la sopravvivenza mediana libera da progressione è stata di 10.3 mesi nel gruppo Elotuzumab e di 4.7 mesi nel gruppo di controllo.
L'hazard ratio ( HR ) per la progressione della malattia o la morte nel gruppo trattato con Elotuzumab rispetto al gruppo di controllo è stato pari a 0.54 ( P=0.008 ).
Il tasso di risposta globale ( ORR ) è stato del 53% nel gruppo Elotuzumab rispetto al 26% nel gruppo di controllo ( odds ratio, OR=3.25 ).
Gli eventi avversi più comuni di grado 3 o 4 sono stati neutropenia ( 13% nel gruppo Elotuzumab vs 27% nel gruppo di controllo ), anemia ( 10% vs 20% ) e iperglicemia ( 8% vs 7% ).
In totale il 65% dei pazienti in ciascun gruppo ha presentato infezioni.
In conclusione, tra i pazienti con mieloma multiplo e fallimento del trattamento con Lenalidomide e un inibitore del proteasoma, il rischio di progressione o morte è stato significativamente più basso in quelli trattati con Elotuzumab più Pomalidomide e Desametasone rispetto a quelli trattati con Pomalidomide più Desametasone da soli. ( Xagena2018 )
Dimopoulos MA et al, N Engl J Med 2018; 379: 1811-1822
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