Metastasi extraepatiche in una minoranza di pazienti con carcinoma epatocellulare trattati con terapie locoregionali
Sebbene la maggior parte dei tumori siano considerati prevalentemente processi sistemici, questo potrebbe non valere per il carcinoma epatocellulare.
La letteratura per quanto riguarda i modelli di progressione del carcinoma epatocellulare ( locale versus sistemica ) è relativamente scarsa.
Uno studio si è posto l’obiettivo di analizzare la progressione nei pazienti con carcinoma epatocellulare che si presentano con malattia intraepatica dal trattamento iniziale fino alla morte, e di identificare i fattori di rischio clinicamente rilevanti per lo sviluppo di metastasi.
Nel corso di un periodo di 9 anni, 285 pazienti trattati con terapie locoregionali transarteriose sono stati sottoposti a un programma di controllo per immagini dal trattamento fino alla morte e sono stati classificati in base al modello di progressione: (i) intraepatica ( aumento del volume / accrescimento del tumore, sviluppo / progressione della invasione vascolare, nuove lesioni epatiche ) o (ii) metastasi extraepatiche ( surrene / ossa / polmone / linfonodo ).
Il tempo mediano dall'ultima scansione alla morte è stato di 2.4 mesi.
Il tempo di sviluppo di metastasi, invasione vascolare e/o nuove lesioni è stato di 13.8 mesi.
Dei 209 pazienti seguiti fino alla morte, solo 50 hanno sviluppato metastasi extraepatiche ( 24% ).
L'analisi multivariata ha identificato, come predittori significativi di sviluppo di metastasi, l’età inferiore a 65 anni ( P=0.038 ), la alfa-fetoproteina con valori superiori a 200 ng/mL ( P=0.04 ) e la invasione vascolare ( P=0.017 ).
In conclusione, la conoscenza dei fattori di rischio associati con lo sviluppo di metastasi può aiutare a indirizzare la valutazione della prognosi.
Poiché il 76% dei pazienti con malattia localizzata trattati con terapie locoregionali muore senza sviluppare metastasi extraepatiche, la nozione di carcinoma epatocellulare come una malattia sistemica, così come rilevata dalle immagini, potrebbe essere riconsiderata. ( Xagena2012 )
Senthilnathan S et al, Hepatology 2012; 55: 1432-1442
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