Inibitori del checkpoint immunitario in associazione a vaccini antitumorali
Il blocco del checkpoint immunitario, ovvero la prevenzione della segnalazione inibitoria che limita l'attivazione o la funzione delle risposte tumore-specifiche mediate dalle cellule T, sta rivoluzionando il trattamento di un ampio numero di neoplasie maligne con prognosi non-favorevole.
In effetti, diversi anticorpi monoclonali che modulano la segnalazione attraverso i pathway inibitori di CTLA-4 e PD-1 sono attualmente disponibili nella pratica clinica.
Tuttavia diverse neoplasie mostrano una minima risposta nei confronti di questi agenti terapeutici, suggerendo la necessità di combinazioni con ulteriori approcci terapeutici.
Dato che nel microambiente tumorale di alcune neoplasie maligne si osserva un numero inadeguato di cellule T attivate specifiche per gli antigeni tumorali ( il cosiddetto fenotipo non-infiammatorio ), la combinazione con altri tipi di approcci terapeutici è in grado di migliorare la risposta delle cellule T.
Esempi di questi approcci terapeutici prevedono l'impiego di vaccini antitumorali, citochine, agonisti del TLR ( Toll-like receptor ), chemioterapia, radioterapia o terapie mirate al rilascio degli antigeni tumorali.
Nell'ambito dei diversi approcci terapeutici disponibili, risultati particolarmente interessanti si stanno ottenendo dall'associazione di anticorpi monoclonali diretti contro i co-recettori inibitori CTLA-4 e PD-1 con vaccini antitumorali.
I dati pre-clinici preliminari hanno mostrato un'attività antitumorale maggiore rispetto ai singoli agenti in monoterapia, anche se sono necessarie maggiori evidenze circa l'efficacia dell'associazione nell'uomo. ( Xagena2015 )
Morse MA, Lyerly HK, Vaccine 2015; 33: 7377-85
Onco2015