Chemioterapia neo-adiuvante da sola o con ipertermia locoregionale per sarcoma dei tessuti molli ad alto rischio
Il trattamento ottimale per il sarcoma dei tessuti molli ad alto rischio non è ben definito.
L'ipertermia regionale concentra l'azione della chemioterapia all'interno della regione tumorale riscaldata.
Studi di fase 2 hanno mostrato che la chemioterapia con ipertermia regionale migliora il controllo locale rispetto alla sola chemioterapia.
È stato disegnato uno studio a gruppi paralleli randomizzato e controllato per valutare la sicurezza e l’efficacia dell’ipertermia regionale con chemioterapia.
I pazienti sono stati arruolati nello studio nel periodo 1997-2006 in 9 Centri in Europa e Nord America.
I pazienti con sarcoma dei tessuti molli localizzati ad alto rischio ( maggiore o uguale a 5 cm, grado FNCLCC [ Fédération Nationale des Centres de Lutte Contre le Cancer ] 2 o 3, in profondità nella fascia ) sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere chemioterapia neo-adiuvante a base di Etoposide, Ifosfamide e Doxorubicina ( EIA ) da sola o in combinazione con ipertermia locoregionale ( EIA più ipertermia regionale ) in aggiunta a terapia locale.
L'end point primario era la sopravvivenza locale libera da progressione e le analisi di efficacia sono state condotte per intention-to-treat.
Sono stati arruolati 341 pazienti e 169 sono stati assegnati in maniera casuale a EIA più ipertermia regionale e 172 alla sola EIA.
Tutti i pazienti sono stati inclusi nell'analisi dell'endpoint primario e 332 che avevano ricevuto almeno 1 ciclo di chemioterapia sono stati inclusi nell'analisi di sicurezza.
Dopo un follow-up mediano di 34 mesi ( intervallo interquartile: 20-67 mesi ), 132 pazienti sono andati incontro a progressione locale ( 56 EIA più ipertermia regionale vs 76 EIA ).
i pazienti hanno mostrato maggior probabilità di progressione locale o morte nel gruppo EIA da sola rispetto al gruppo EIA più ipertermia regionale ( hazard relativo [ HR ] 0.58; p=0.003 ), con una differenza assoluta nella sopravvivenza locale libera da progressione a 2 anni del 15% ( 76% EIA più ipertermia regionale vs 61% EIA ).
Per la sopravvivenza ibera da malattia l'hazard relativo è stato pari a 0.70 ( p=0.011 ) per EIA più ipertermia regionale rispetto alla sola EIA.
Il tasso di risposta al trattamento nel gruppo trattato con ipertermia regionale è stato del 28.8%, rispetto a 12.7% nel gruppo trattato con la sola chemioterapia ( p=0.002 ).
In un’analisi per-protocollo pre-specificata di pazienti che avevano completato la terapia di induzione con EIA più ipertermia regionale rispetto a quelli che avevano completato la sola EIA, la sopravvivenza generale è risultata migliore nel gruppo terapia combinata ( HR=0.66, p=0.038 ).
Leucopenia ( grado 3 o 4 ) è risultata più frequente nel gruppo EIA più ipertermia regionale rispetto al gruppo EIA da sola ( 128 su 165 vs 106 su 167, p=0.005 ).
Gli eventi avversi legati a ipertemia sono stati: dolore, pressione del bolo e bruciore della pelle, da lievi a moderati in 66 ( 40.5% ), 43 ( 26.4% ) e 29 pazienti ( 17.8% ), e gravi in 7 ( 4.3% ), 8 ( 4.9% ) e 1 paziente ( 0.6% ), rispettivamente.
Si sono verificati 2 decessi attribuibili al trattamento nel gruppo terapia combinata e 1 in quello EIA da sola.
In conclusione, questo è il primo studio randomizzato di fase 3 che ha mostrato come l’ipertermia regionale aumenti il beneficio della chemioterapia.
L’aggiunta di ipertermia regionale a chemioterapia rappresenta una nuova efficace strategia di trattamento per pazienti con sarcoma dei tessuti molli ad alto rischio, inclusi quelli con sarcomi addominali o retroperitoneali. ( Xagena2010 )
Issels RD et al, Lancet Oncol 2010; 11: 561-570
Onco2010