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Correlazioni in Medicina



Inibitore EGFR irreversibile: Afatinib come trattamento per i pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule, squamoso, in seguito a progressione della malattia dopo chemioterapia


Dallo studio di fase III LUX-Lung 8, che ha confrontato come terapia di seconda linea Afatinib ( USA: Gilotrif; Europa: Giotrif ) con Erlotinib ( Tarceva ) nei pazienti con carcinoma del polmone a cellule squamose, è emerso che Afatinib ha ridotto il rischio di progressione della malattia e la mortalità del 19%, rispetto a Erlotinib.

Lo studio in aperto LUX-Lung 8 ha coinvolto 795 pazienti con tumore del polmone non-a-piccole cellule, squamoso, in stadio IIIB o IV, la cui malattia era progredita dopo 4 o più cicli di chemioterapia basata sul Platino. I partecipanti sono stati randomizzati in un rapporto 1:1 a ricevere Afatinib ( n=398 ) al dosaggio di 40 mg al giorno oppure 150 mg di Erlotinib al giorno ( n=397 ) fino a progressione della malattia.

L'endpoint primario era la sopravvivenza libera da progressione, mentre la sopravvivenza globale era il principale endpoint secondario.

A un follow-up mediano di 18.4 mesi, la sopravvivenza globale è stata pari a 7.9 mesi con Afatinib versus 6.8 mesi con Erlotinib ( hazard ratio, HR=0.81; 95% CI, 0.69-0.95; p = 0.0077 ).
La sopravvivenza libera da progressione è stata di 2.6 mesi con Afatinib rispetto a 1.9 mesi con Erlotinib ( HR=0,81; 95% CI, 0.69-0.96; p = 0.0103 ).
I tassi di risposta obiettiva erano simili tra i due bracci, al 6% e all'11%, rispettivamente ( p=0.0551 ).

I tassi di eventi avversi di qualsiasi grado sono risultati paragonabili tra i bracci di trattamento. Il 57% dei pazienti in ogni coorte ha presentato eventi avversi di grado 3 o superiori.
I tassi di stomatite di grado 3 ( 4% vs nessuno ) e di diarrea di grado 3 ( 10% vs 2% ) sono risultati più alti nei pazienti trattati con Afatinib rispetto ai pazienti che avevano ricevuto Erlotinib.
L’incidenza di rash o acne di grado 3 è stata più alta con Erlotinib al 10% contro il 6% con Afatinib.

Un numero maggiore di pazienti ha riferito miglioramento della qualità di vita correlata alla salute con Afatinib rispetto a Erlotinib ( 36% vs 28% ).

Afatinib è un bloccante irreversibile della famiglia ErbB che inibisce specificamente EGFR ( ErbB1 ), HER2 ( ErbB2 ), e ErbB4.

Nel 2013, l’FDA ( Food and Drug Administration ) aveva approvato Afatinib come trattamento di prima linea per i pazienti con tumore NSCLC metastatico che trasportavano delezioni dell’esone 19 di EGFR o mutazioni di sostituzione dell'esone 21 ( L858R ).
L’FDA aveva approvato in contemporanea TheraScreen kit EGFR RGQ PCR per il rilevamento delle delezioni dell'esone 19 di EGFR o delle mutazioni di sostituzione dell’esone 21 ( L858R ).

L'approvazione si basava sui risultati dello studio di fase III LUX-Lung 3, che aveva coinvolto 345 pazienti con adenocarcinoma del polmone di stadio IIIB/IV che sono stati assegnati in modo casuale al trattamento con Afatinib o a una combinazione di Cisplatino e Pemetrexed.
I pazienti nel braccio Afatinib avevano presentato una sopravvivenza mediana libera da progressione di 11.1 mesi rispetto ai 6.9 mesi nel braccio Cisplatino e Pemetrexed ( HR=0.58; 95% CI, 0.43-0.78; p=0.001 ).

La differenza in termini di sopravvivenza è risultata più pronunciata nei pazienti che esprimevano una delezione dell’esone 19 o una sostituzione dell’esone 21 L858R.
I pazienti con queste specifiche mutazioni trattati con Afatinib avevano presentato una sopravvivenza mediana libera da progressione di 13.6 mesi contro 6.9 mesi nel braccio Cisplatino e Pemetrexed ( HR=0.47; 95% CI, 0.34-0.65; p = 0.001 ).

I più comuni eventi avversi correlati al trattamento osservati tra i pazienti che avevano ricevuto Afatinib sono stati: diarrea, rash o acne, e stomatite. ( Xagena2015 )

Fonte: Boehringer Ingelheim, 2015

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