La chemioterapia ad alta dose , associata a trapianto di cellule staminali , non presenta benefici rispetto alla chemioterapia convenzionale nelle donne con carcinoma mammario primario ed almeno 10 l
La chemioterapia ad alta dose trova impiego nelle donne con carcinoma mammario primario e con 10 o più linfonodi ascellari. Queste donne hanno prognosi non favorevole.
Lo studio, compiuto in diversi Centri Usa , ha arruolato 540 pazienti, assegnate in modo random a ricevere 6 cicli di chemioterapia a base di Ciclofosfamide , Doxorubicina e Fluorouracile ( CAF ) o ad essere sottoposte a chemioterapia convenzionale , seguita da chemioterapia ad alta dose con Ciclofosfamide e Tiotepa e trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche.
Non sono state osservate differenze significative nella sopravvivenza libera da malattia , sopravvivenza totale, o nel tempo di comparsa della prima recidiva nel gruppo trattato con CAF ed in quello sottoposto a CAF seguito da chemioterapia ad alta dose e trapianto di cellule staminali.
Nove persone sono morte per complicanze associate al trapianto.
In 9 pazienti si è sviluppata una leucemia mieloide acuta o una sindrome mielodisplastica.
Secondo gli Autori l’aggiunta della chemioterapia ad alta dose e del trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche alla chemioterapia CAF può ridurre il rischio di recidiva , ma non provoca un miglioramento dell’outcome tra le pazienti con tumore al seno primario e con almeno 10 linfonodi ascellari positivi.
La chemioterapia convenzionale rimane lo standard terapeutico in queste pazienti. ( Xagena 2003 )
Tallman MS et al, N Engl J Med 2003; 349 :17-26